Un fiore
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25 novembre: giornata internazionale contro la violenza sulle donne

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25/11/2020

Un fiore in ricordo de Las Mariposas e delle 91 donne assassinate nel 2020 in Italia da uomini, spesso i “loro” uomini. Un fiore per tutte le donne vittime non solo di violenza fisica, ma anche di quella psicologica, una violenza quotidiana da cui nessuna di noi è esente, tanto che il rischio è quello dell’assuefazione e dell’accettazione come inevitabile.

Il 25 novembre 1960 tre sorelle, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, “las mariposas” cioè “le farfalle” come si facevano chiamare, furono brutalmente picchiate, stuprate e strangolate per ordine del dittatore Rafael Trujillo in quella che oggi è la Repubblica Dominicana. Vent’anni dopo la morte delle tre sorelle Mirabal, nel 1981, a Bogotà in Colombia, si tenne uno storico convegno femminista, intitolato Primer Encuentro Feminista Latinoamericano y del Caribe. Fu in quell’occasione che si decise la data del 25 novembre per la Giornata contro la violenza maschile sulle donne che celebriamo oggi. La data ricorda l’assassinio e lo stupro di tre donne, tre giovani attiviste politiche la cui morte simboleggia centinaia di storie simili, e più in generale le vittime che ogni giorno, in tutto il mondo, subiscono le conseguenze della violenza di genere, quella maschilista e machista. Proprio per via di quel convegno colombiano, le Nazioni Unite, durante un’assemblea generale tenuta nel dicembre del 1999, decisero che la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si sarebbe celebrata in questa data. (Da wired.it)

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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