Africa in Forme
Trasformazioni del corpo femminile nella scultura africana
16 Maggio – 6 Agosto 2008 – Battistero di San Pietro in Consavia, Corso Alfieri 2, Asti
Approfittando dell’invito al festival del viaggio dell’Associazione Nomadi e Stanziali “A sud di nessun nord” ho colto al volo l’occasione per vistare anche la mostra “Africa in Forme”, nel Battistero di San Pietro ad Asti. Imperdibile, e non solo per chi soffre di Mal d’Africa.
Mi aggiravo stupita e rapita, non mi aspettavo una mostra di tale bellezza. Donne, coppie, feticci, figure magiche dai ventri aperti, fertilità… Un mondo altro così diverso dalla nostra iconografia dove la maternità ha come modello artistico la Vergine e dove, per vedere la rappresentazione di un ventre gravido, bisogna guardare le vetrine di un negozio Premaman. Statue quasi tutte in legno, provenienti da collezioni private, un’occasione davvero speciale e credo unica per poterle vedere. Un pezzo d’Africa che rivive fra le colonne e gli affreschi di uno splendido battistero romanico. Il soggetto, il corpo femminile, sembra davvero racchiudere il mistero della vita che si fa arte e dell’arte che si fa corpo.
Picasso disse di non conoscere il significato delle sculture africane, ma che erano potenza, energia. Il chiaroscuro del battistero non faceva che accrescere la suggestione e la forza che emanavano le statue lignee. Solo le maschere, che mi fissavano attraverso le vuote fessure degli occhi, lontane dall’ebbrezza di danze e percussioni, e i feticci, separati da chi era capace di rivestirli di poteri magici, sembravano svuotati di energia. Ma anch’essi sono la testimonianza di un’arte che è tutt’uno con la vita. E la donna rimane lì, al centro dell’universo, con i piedi ben piantati sulla terra madre e le braccia che accolgono la vita.
A.M. (articolo pubblicato su Il Reporter
sandra
grazie della segnalazione!
Non ne sapevo nulla eppure seguo il settore! Sandra