Bicincina
BICINCINA, Pedalando da Pechino a Shangai – di Marco Zuccari- Casa Editrice Polaris – Collana Per le vie del Mondo – 13,00 euro – 2014
Bicincina non è un integratore alimentare e neppure uno sciroppo per la tosse. È il titolo azzeccato del diario di un viaggio di cinque amici che pedalano per 1400 km da Pechino a Shanghai, vivendo un’avventura tra l’eroico e l’esilarante. Si sorride, si ride e si riflette con l’autore e coprotagonista, Marco Zuccari, persona eclettica, capace di mescolare studi scientifici e carriera in ambito tecnico con l’amore per le materie umanistiche, la scrittura, la passione per il teatro, il canto corale e la montagna oltre, naturalmente, a quella per la bicicletta. Le sue vacanze sui pedali l’hanno portato in India, viaggio da cui è nato il fortunato libro La Ferocia Della Capra (esaurito e presto ripubblicato in formato e-book dalla Polaris), poi in Malesia e ora in Cina…
Le due ruote sono un mezzo per muoversi, ma soprattutto un modo per entrare in empatia con la gente da un “osservatorio speciale”, negato a chi si sposta velocemente dentro l’abitacolo di un’auto o su un lussuoso pullman turistico. Zuccari è capace di cogliere dettagli, frammenti di vita e incontri fuggevoli e di raccontarli con una prosa seducente, ironica e autoironica, mescolando lo stupore alla curiosità, le descrizioni dei luoghi alle battute di spirito (non prive di un po’ di consapevole goliardia), le osservazioni sulla gente a quelle divertenti e divertite dei rapporti all’interno del gruppo e delle situazioni anche comiche in cui spesso incappano i nostri eroi.
Alcune pagine, frutto di altrettanti incontri, meritano una citazione speciale. La venditrice di tè che vive il pomeriggio più nero della sua carriera, lo studente/cameriere che parla inglese più con la mimica facciale che con le parole, la poetica signora instancabilmente confezionatrice di roselline per bomboniere, l’arcigna inserviente dell’albergo in lotta a colpi di feroci “sguardogrammi” (efficace neologismo) con uno dei baldi ciclisti del gruppo, la furba venditrice che turlupina lo stesso Zuccari, facendogli domandare se “l’essere babbeo” lo si legga in faccia. Un caleidoscopio di figure, personaggi e situazioni che si rincorrono dall’inizio alla fine del libro, consentendo una lettura piacevole e facendo sentire il lettore anche lui in sella con il quintetto dei nostri “diversamente giovani”. Il paesaggio attraversato non è idilliaco, ma è invece sintomatico della nuova Cina che avanza, fra motorini rumorosi, traffico intenso, immense periferie senza città, cementificazione e inquinamento. Il tutto sotto un sole che non dà tregua, ma sempre accolti con ospitalità, gentilezza e soprattutto con il sorriso. Una Cina vera, non certo uscita da una vecchia stampa su carta di riso, ma anche molto diversa da tanti diffusi stereotipi.
Anna