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Buon compleanno AITR!

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22/12/2008

Pubblicato su il reporter

Gli scopi dell’AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), ogni viaggiatore dovrebbe conoscerli. E farli suoi. Per un ripasso, sempre consigliabile, basta cliccare sul sito e rileggerne le pagine oppure scaricare un sintetico Vademecum del Viaggiatore Responsabile.
L’occasione per fare il punto sul Turismo Responsabile in Italia è stata offerta dal recente Forum per il Decennale di AITR, organizzato da ICEI (Istituto di Cooperazione Economica Internazionale) e svoltosi a Milano.
Un compleanno è tempo di festeggiamenti, ma anche di bilanci. Il Turismo Responsabile, nato con lo sguardo rivolto al sud del mondo, è negli anni diventato sempre più attento anche alla realtà di casa nostra e oggi la sua base sociale di 90 associati per metà guarda all’Italia. Dai discorsi dei relatori, ricchi di spunti di riflessione, inevitabilmente affioravano anche domande e dubbi.

Ci sono i numeri per crescere o il T.R., che attualmente muove in modo diretto circa cinquemila viaggiatori l’anno, ha raggiunto il suo limite di sviluppo? Difficile rispondere, qualcuno era più realista, qualcuno più ottimista. E comunque, i grandi numeri sono compatibili con la formula del T.R. o ne snaturerebbero l’identità? E’ meglio che il T.R. rimanga soprattutto un fenomeno di nicchia, una testimonianza utile a “contaminare” realtà maggiori o è fondamentale potenziarne la crescita perché possa essere maggiormente incisivo? Due posizioni forse solo apparentemente in antitesi…

E’ possibile o solo utopistica una lotta alla povertà attraverso progetti di turismo? Quasi scontata la risposta positiva, anche se con la consapevolezza che solo in casi limitatissimi il turismo può diventare la soluzione ai problemi di un paese.

Queste e altre riflessioni rendevano stimolante il confronto fra i diversi relatori, ma se da una parte si percepiva un’apertura priva di ideologismi, soprattutto verso nuovi “compagni di strada” dagli obiettivi similari, da Slow Food al FAI per citare alcuni nomi, dall’altra sembrava a tratti affiorare anche un meccanismo di competizione rivolto verso i Tour Operators tradizionali e anche verso i “liberi viaggiatori”.
Sicuramente positivo il fatto che l’industria turistica “mainstream” dimostri una maggiore sensibilità verso queste tematiche e abbia negli ultimi dieci anni introiettato alcuni comportamenti “responsabili”. Le motivazioni possono essere diverse, per convinzione etica o per acquisire clienti o perché i clienti stessi lo chiedono o per tutte e tre queste ragioni. L’importante, certo, è che non si tratti solo di un make up d’immagine. E anche quei viaggiatori più autonomi che si muovono senza intermediari, più che clienti mancati, come è sembrato di percepire da alcune affermazioni, potrebbero invece almeno in parte rappresentare un aspetto adulto del Turismo Responsabile, capace di rivolgersi direttamente a strutture in loco del paese di destinazione.

Progetti per il futuro? Arrivare a un “registro” e a un marchio dei prodotti e dei protagonisti del T.R., un’idea su cui da tempo l’AITR lavora, ma che deve essere gestita con grande attenzione perché, si sa, è sempre difficile attribuire “stelle e stelline” e il meccanismo da occasione di stimolo e chiarezza può diventare fonte di discriminazione.

Allora ancora auguri AITR!
A.M.

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4 Comments
  1. Rispondi

    chiara meriani

    27/12/2008

    …mi è dispiaciuto davvero non esserci! ma leggendo il tuo pezzo, credo di aver colto l’atmosfera, e le principali posizioni. speriamo che il 2009 segni per AITR -e per tutto il turismo fatto in modo responsabile- l’inizio di un altro decennio di soddisfazioni e crescita!

  2. Rispondi

    Daniela

    07/01/2009

    Complimenti per l’articolo. Il turismo responsabile è il futuro del settore e se AITR non ci fosse andrebbe inventata!!

  3. Rispondi

    Enrico Merlin

    07/01/2009

    Io ho assitistito invece all’incontro e mi pare sia stato di ottimo livello. Unica nota stonata l’arrivo fuori tempo massimo dell’antropologo famoso.

  4. Rispondi

    A.M.

    08/01/2009

    gentile Enrico condivido pienamente la tua valutazione sull’incontro, davvero ricco di spunti e di livello alto. Non sempre chiaramente si può essere in sintonia con tutte le opinioni espresse, come naturalmente avviene quando i dibattiti non sono solo autocelebrativi, ma sono invece autentici, stimolanti e anche critici e autocritici. Come appunto è questo il caso.
    A.M.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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