Le mie Letture

I Carnet di Viaggio di Stefano Faravelli

on
12/10/2007

Stefano Faravelli, Cina. Carnet di viaggio, EDT 2005, € 35.00
Stefano Faravelli, Mali. Carnet di viaggio, EDT 2005, € 35.00
Stefano Faravelli, India, per vedere l’Elefante, Carnet di viaggio, EDT 2007, € 35.00
  

Basta poco: un paio di taccuini, colori, pennelli e magari anche una macchina fotografica per cogliere l’attimo. E poi tanta pazienza e un tocco di sensibilità artistica per restituire con grazia l’immagine del mondo. E’ l’attrezzatura necessaria per chi volesse raccontare il proprio viaggio riscoprendo l’antica tecnica dei Carnets de Voyage, diari di viaggio impreziositi da schizzi e dipinti.

Un genere che appartiene alla tradizione illuministica e romantica, ma con nuovi appassionati cultori fra quei moderni viaggiatori che amano assaporare i luoghi fermandosi ad osservare, ascoltare e parlare con la gente. Magnifici sono i tre Carnet de Voyage che Stefano Faravelli ha dedicato al Mali, alla Cina, o meglio alla Via della Seta, e all’India pubblicati dalla Casa Editrice EDT. Le tavole ritraggono paesaggi, scene di vita quotidiana e dettagli naturali e sono fitte di osservazioni e annotazioni sul percorso e sulla gente incontrata: scritti all’apparenza casuali, in realtà frutto di una grande curiosità intellettuale nutrita da letture e ricerche. Se la pittura ad acquerello ricorda i taccuini dei viaggiatori del passato, le note rivelano lo sguardo del viaggiatore di oggi, attento e smaliziato, ma ancora capace di stupore davanti a tante meraviglie. Disegni e appunti sono arricchiti da collage dei più svariati elementi: monete, scontrini, timbri, francobolli, frammenti di manoscritti, piume pezzi di stoffa, disegni di bambini. Tutto in un armonico disordine che rivela una perfetta padronanza del mezzo espressivo. Il risultato sono pagine di grande bellezza, capaci di raccontare i luoghi nelle loro sfumature più nascoste, rievocandone la magia per chi ci è stato e facendo sognare chi vorrebbe andarci.
A.M.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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