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17/07/2008

Il piantün, il platano plurisecolare cresciuto ai piedi della collina di Verzago, ne aveva viste di stagioni e ne aveva sentite di storie, anche senza mai muoversi da lì, prigioniero delle sue radici, quelle stesse radici che sabato non hanno più saputo opporre resistenza alla forza del vento.

Si dice avesse quattrocento anni, certo era enorme,  alto quasi 50 metri. Raccontano che nel 1809 persino Ugo Foscolo si fosse fermato a riposarsi alla sua ombra. Per me è sempre stato una sorta di confine fra i “miei” boschi e l’inizio delle strade asfaltate, ha sempre segnato il punto d’arrivo delle mie scorribande di ragazzina, delle passeggiate in compagnia, dei giri in bici e a cavallo, e l’inizio del ritorno verso casa.

Un violento temporale se l’è portato via. Il vecchio piantün si è sdraiato sull’asfalto, ha appoggiato le sue fronde sull’altro lato della strada, quasi per riposarsi un poco. Ma il traffico era interrotto, così in poche ore è stato segato in tre pezzi.

In molti sono venuti a dare l’addio al gigante caduto, qualcuno si è portato via un ramo o un pezzo di corteccia… quando si sradica un albero che ha visto passare tante stagioni, rimane una voragine aperta, una cicatrice nella terra. E nel cuore.

A.M.

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2 Comments
  1. Rispondi

    valentina

    18/07/2008

    cara Anna,
    mi permetto di darti del tu anche se non ti conosco perché con le tue parole hai saputo riassumere tante sensazioni che condivido. Ho letto il tuo libro, e mi sono ritrovata in molte riflessioni, oltre a fornirmi spunti per nuove.
    Condivido il tuo amore per i viaggi e per le scoperte… e condivido l’attaccamento per i boschi tra Verzago, Capiago e Montorfano. Anch’io sono cresciuta lì, anch’io quando posso ci torno.
    Sapere che il grande platano non c’è più mi crea dispiacere, era un punto di riferimento quando, nei miei giri in bici, esco dal bosco e mi fermo a rimirare la piana di alzate e di là i monti.
    grazie

    Valentina

  2. Rispondi

    anna

    18/07/2008

    cara Valentina, grazie per il tuo messaggio, grazie per il tu e visto che ami questi boschi, questi alberi e questi sentieri e che ogni tanto ci torni, quando passi dal Grillo chiamami, ci facciamo insieme un giro in bicicletta e una chiacchierata, ti va? A presto allora! Ciao, Anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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