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07/12/2015

7 dicembre 2015 – In ricordo di una grande donna 

“Questo libro è il nostro ultimo viaggio insieme. Raccontandoci l’una all’altra nella serenità della campagna tanto amata, io lasciavo che i pensieri accumulati nei miei viaggi trovassero un loro ordine, mentre tu affrontavi il tuo grande viaggio con la serenità e la saggezza di una vita vissuta”: è la dedica a mia madre scritta sul mio primo libro A come Avventura, Saggi sull’arte di viaggiare.

Sono AcA-(1)passati dieci anni da quel 7 dicembre del 2005 quando mia madre è partita per il suo “grande viaggio”. In genere gli anniversari di una morte si celebrano con una messa in suffragio. Io vorrei invece ricordarla con questo libro scritto insieme a quattro mani e pubblicato subito dopo la sua morte. Nelle sue pagine c’è anche molto di lei: ci ripenso mentre sfoglio le bozze con le sue correzioni scritte a penna… Ricordo che una mattina d’autunno, vedendomi bussare alla sua porta con nelle mani un paragrafo che aveva già più volte corretto, mi disse sorridendo ironicamente e alludendo alla sua malattia: “È ora che arrivi alla Z se non vuoi un’opera incompiuta”. Sì, perché il libro è fatto di 21 capitoli, per 21 lettere dell’alfabeto, dall’A alla Z, e io invece alla Z non ci volevo arrivare… E’ stato un anno di quotidiano e intenso dialogo fra noi due, mesi difficili e sofferti, ma importanti e anche dolci nel ricordo, nonostante la malattia e l’attesa della fine.

La vita va avanti, ma mia madre mi manca come se se ne fosse andata ieri, forse perché le mamme sono le sole persone che ci conoscono e ci amano davvero. Non scambierei con nulla al mondo i dieci anni vissuti vicine qui in fattoria, condividendo, fra una mia partenza e un ritorno e qualche viaggetto insieme, le pause caffè e tè e questo luogo che tanto amava e dove aveva trovato quella serenità che le era mancata in una vita spesa per tenere insieme una famiglia difficile. Gabriel Garcia Marquez aveva scritto che “soltanto quando seppellisci una persona in quella terra, questa diventa tua” e ora lei riposa in giardino, nell’angolo della memoria, sotto i cornus e il calicantus che a primavera e in inverno vedeva fioriti dalla sua camera.

Giardino-memoria-(3)

Non è una coincidenza casuale che oggi, 7 dicembre 2015, dopo tre edizioni cartacee con il precedente editore, la Polaris nella persona dell’editore e amico Daniele Bosi, che mia madre aveva incontrato, ripubblichi in formato digitale A come Avventura, il “nostro” libro. Ho voluto ricordarla così a tutti coloro che l’hanno conosciuta e che, lo so, non l’hanno mai dimenticata.

Concludo con le parole che dieci anni fa avevo scritto per lei nella prefazione di A come Avventura: “«Dire addio e farsi addio / è ciò che tocca», scriveva il poeta boliviano Jaime Saenz in Percorrere questa distanza. Poche, intense parole capaci di racchiudere il comune cammino esistenziale, una “distanza da percorrere” segnata dagli addii, fino a diventarlo essa stessa. […] Dopo tante partenze e tanti arrivederci, per tutto il 2005 il mio viaggiare è stato un camminare lento nella campagna intorno a casa, lungo una circonferenza ogni giorno un poco più piccola, accompagnando mia madre nel suo “grande viaggio”, osservando, per l’ultima volta insieme, il rinnovarsi della vita e la magia dell’avvicendarsi delle stagioni. Durante questo lungo e prezioso addio, ho viaggiato «dal fuori verso il dentro e dal piccolo verso il grande». Ho riflettuto sulla vita, sulla morte e sul viaggio, che della vita è la metafora, e che, nell’arrivederci di ogni partenza ci abitua anche a quell’addio che a ogni morte ci tocca.”

Anna


AcA9x6webUn grazie particolare all’artista Stefano Faravelli per il disegno della copertina del formato ebook

(Stefano Faravelli – Acquerello su carta, 2006 – 180×274)

Per acquistare l’edizione cartacea di A come Avventura (il cui intero ricavato è devoluto in solidarietà per la Fondazione Pietro Gamba Onlus) o l’ebook cliccare qui

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4 Comments
  1. Rispondi

    Andrea

    07/12/2015

    grazie per questo post su tua madre e sull’alfabeto che si avvicina alla zeta, con la preparazione al viaggio più misterioso fra tutti

  2. Rispondi

    G.C.

    08/12/2015

    Ancora di più le tue parole mi arrivano al cuore, lo trapassano, lo riscaldano…anche io ti voglio bene amica mia di sempre, amica mia per sempre.

  3. Rispondi

    Jeannette

    09/12/2015

    Cara Anna, anche se non ho conosciuto tua madre, ti sono vicina nel momento del ricordo. Complimenti a te per averla ricordata con tanto affetto e in un modo sicuramente unico che, da lassù, lei – ne sono certa – starà apprezzando moltissimo.
    a presto, un abbraccio e.. W le mamme ed i libri, tuoi e d chiunque sappia scrivere e trasmettere sentimenti e avventure.
    Buone feste!
    Jeannette

  4. Rispondi

    L.V.

    09/12/2015

    Molto tenero il vostro rapporto, sempre. Una grande madre per una grande figlia. Spesso quando mia figlia va in giro penso a tua madre, acome sapeva incoraggiare la tua voglia di viaggiare, la tua voglia di liberta’. Un abbraccio dal cuore.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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