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Colombia: No e Nobel

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11/10/2016

Dopo 52 anni di guerra ed economia del narcotraffico, dopo 250mila morti, dopo 7 milioni di desplazados interni fuggiti dalle proprie case, dopo quattro anni di negoziati, finalmente il 26 settembre la firma dell’Accordo fra il governo di Bogotà e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie di Colombia a Cartagena de Indias, poi il brusco risveglio del NO al referendum del 2 ottobre che per una manciata di voti ha respinto l’accordo e la sorpresa del Nobel per la Pace al Presidente Juan Manuel Santos il 7 ottobre… In questo rapido susseguirsi d’eventi ci si chiede quale pace sia possibile per la Colombia. Viaggiando dentro il Paese la sensazione è quella di un Paese sicuro, desideroso di guardare avanti pur senza nascondersi le difficoltà di trovare nuovi equilibri e soluzioni giuste, ma girare pagina dopo mezzo secolo di guerra civile non è facile. Il “sì” alla pace era stato dato troppo precipitosamente per scontato, ma il no non riuscirà né a bloccare il processo in atto, né a stravolgere quanto accordato. L’assegnazione del Nobel è una scommessa che può aiutare a salvare questo processo. E ieri al grido “Mai più guerra!” e con fiori bianchi in mano, decine di migliaia di persone hanno sfilato per le strade della Colombia per sostenere l’accordo di pace.

Anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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