Il Senso del Viaggio

Compagni di viaggio

on
02/09/2012

Sto sistemando le foto dei miei viaggi. Mi scorrono davanti agli occhi emozioni, ricordi e volti dei miei compagni di tanti anni di viaggi. Quanti sogni abbiamo condiviso, in quanti paesi ci siamo affacciati con curiosità ed entusiasmo, ma anche con un po’ di timore e incertezza!
Viaggiare in gruppo, e coordinare un gruppo, è ogni volta una scommessa. Ogni nuovo gruppo è come un paese nuovo, da scoprire.  Non sempre è sufficiente l’esperienza e la buona volontà perché il viaggio possa dirsi riuscito. E un viaggio è riuscito quando i rapporti funzionano, al di là dell’interesse per ciò che si vede e dello svolgimento o meno dell’itinerario. Talvolta sono i viaggi più semplici quelli in cui si tende a polemizzare su cose insignificanti, mentre i viaggi più impegnativi, in parte già operano una selezione all’origine, in parte fanno emergere da ciascuno le energie migliori.
Scrive Severgnini: “Le vacanze sono come le fotografie. Possiamo dire che non sono venute bene; ma, in fondo, ci somigliano sempre. Siamo noi responsabili di quanto accade”. Lo stesso possiamo dire dei gruppi. Dipende da noi, da tutti noi. Non è sempre facile, in un viaggio si è spesso sottoposti a situazioni di stress e fatica e ci si ritrova 24 ore su 24 con persone che fino al giorno prima erano perfetti sconosciuti. Ma proprio questa condivisione offre occasioni di conoscenza degli altri e di noi stessi che raramente abbiamo nella quotidianità.
Quando prevale lo sconforto (e è successo!), mi guardo indietro e penso che comunque ne è valsa la pena. Penso che viaggiare in gruppo mi ha arricchito tantissimo, di esperienze e di amicizie.

Arrivederci a tutti, spero di incontrarvi ancora lungo le strade del mondo.
A.M.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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