Con l’India nel cuore
Oggi, 27 settembre in India a Mumbai si contano i morti, oltre 100 e i feriti, 300. Obiettivi dei terroristi: hotel di lusso e turisti occidentali.
Proprio oggi con tragico tempismo la Feltrinelli pubblica “Caos Asia, Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo” di Ahmed Rashid, giornalista e intellettuale pakistano. La recensione sul sito dell’editore inizia così: “L’assassinio della leader pakistana Benazir Bhutto è solo l’inizio della discesa nel caos. Sull’orlo del precipizio è ormai un’intera regione dell’Asia, che dal confine indiano si estende fino all’Afghanistan, all’Iraq e alle piccole repubbliche centroasiatiche nate dalla dissoluzione dell’impero sovietico: un’area decisiva dal punto di vista strategico ed economico, eppure ancora sostanzialmente celata allo sguardo occidentale“.
Forse, oltre a raccontarci quell’India che abbiamo nel cuore, forse, oltre a sognare l’Oriente, dobbiamo sforzarci di capire cosa succede in quell’area cruciale. Personalmente mi ha molto aiutato ad andare al di là degli stereotipi la lettura di un altro libro La Speranza Indiana di Federico Rampini. L’India ha in sè la forza di reagire al terrore senza innescare quei tragici meccanismi che purtroppo dopo l’11 settembre hanno portato a una escalation di violenza e guerra. Non ripetiamo errori già commessi.
A.M.
Matteo
Sono il responsabile in Italia per Oberoi e posso solo dire che l’India non si farà battere dal terrorismo, ma continuerà a Sbocciare, facendosi sentire nel mondo