Le mie Letture

Cosa ti porti dietro se sai di non tornare più?

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03/03/2013

15 racconti veri di chi ha deciso di farsi una nuova vita in un paese lontano
Roberto di Marco, FBE Edizioni, 2007 € 13,00
Fuggiti. Da tasse, beghe legali, obblighi familiari, stress da lavoro.
Oppure alla ricerca dell’avventura, per mettersi alla prova o per arricchirsi di nuove esperienze.
O in fuga da se stessi e dalla routine.
Ma tutte, indistintamente, persone (quasi solo uomini… è un caso?) che hanno mollato tutto per rifarsi una vita altrove.
La vita non è eterna, e qualche volta può essere d’aiuto fare un bilancio e, se è il caso, rinunciando a tutti gli alibi che siamo bravissimi a costruirci, decidere di ricominciare. Altrove.
E’ vero, non si può fuggire da se stessi, neppure andando in capo al mondo. Ma talvolta sono i condizionamenti dell’ambiente che ci circonda ad impedirci di essere il nostro io più vero.
E’ un libro che ci aiuta a guardarci dentro. Quindici testimonianze vere, dirette, oneste, coinvolgenti, in cui non è difficile riconoscersi, chi per un verso, chi per un altro. Con il valore aggiunto, non da poco per chi ama viaggiare, di gettare sui paesi d’adozione uno sguardo lucido, capace di osservare dal di dentro e dal di fuori la nuova realtà. Sempre senza esaltazioni dell’altrove per l’altrove, anzi spesso con un pizzico d’inevitabile nostalgia per le proprie radici. Ma anche con la consapevolezza di essere finalmente artefici della propria vita e non vittime di un ingranaggio.
Al termine di ogni testimonianza alcune righe dell’autore che illuminano l’esperienza raccontata dal punto di vista dello psicologo. E alla fine un test utile per sapere se siete pronti a mollare tutto per farvi una nuova vita… Con me ha funzionato, ho totalizzato più di 100 punti: pur senza avere ansie di fuga, sono disposta a vivere una vita diversa all’interno di un ‘quadro culturale’ simile al mio di provenienza… Buono a sapersi, nel caso mi dovessi annoiare…
A.M.

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3 Comments
  1. Rispondi

    sara

    14/03/2008

    davvero unico, questo libro,l’ho letto riletto più volte, sembra di vivere i posti le esperienze, mi riconosco in molti racconti ed esperienze apparentemente così lontani da chi ogni giorno corre per raggiungere chissà che, invece sono, desideri che ogni fine giornata sfiorano ad ognuno di noi.
    Una parola vorrei spendere per l’autore, leggo che sono storie raccolte,certo la capacità di mettere insieme tutto questo materiale non è cosa semplice, spero un successo proficuo e complimenti.

  2. Rispondi

    alessandro

    25/03/2008

    é molto raro che si trovano libri di questo genere, dove personalmento ho scoperto i problemi reali del mio paese sicuramenti non sono problemi di massa oppure non ce la raccontano giusta i mass media, in più paesi lontani sia culturalmete che socialmente, raccontati come in questo libro sono unici.
    Ho sempre pensato io e gli altri(cultura diversa)questo libro mette al centro l’uomo con tutto il suo stato naturale, dove individualmente abbandonati a noi stessi siamo più umani.
    grazie per aver scritto questo capolavoro umano

  3. Rispondi

    Annalisa

    27/03/2008

    Questo libro mi è stato consigliato dalla una cara amica e devo dire che aveva ragione…! E’ stata una bella scoperta, la lettura di questo libro per me ha rappresentato la possibilità di guardare al fenomeno delle migrazioni da un altro punto di vista.
    Io insegno L2 in una piccola associazione e ho proposto alcune pagine del libro ai miei studenti e…inutile dirlo…sono rimasti affescinati!!!
    Perchè prossimamente non scrivi un libro tutto sui test???? Grazie Annalisa

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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