Darwin e la bellezza dell’evoluzione
“L’uomo scopre nel mondo solo quello che ha dentro di sé; ma ha bisogno del mondo per scoprirlo”: parole di Hugo von Hofmannsthal che ben si prestano a chiosare il viaggio di Darwin intorno al mondo. Il viaggio – come spesso accade – non gli aveva fornito risposte, ma posto un’infinita serie di domande mentre osservava stupito la splendida capacità d’adattamento degli esseri vegetali e animali e le piccole differenze fra specie simili. Le risposte le trovò dentro di se al ritorno: in soli otto mesi di lavoro Darwin elaborò quella teoria dell’evoluzione per selezione naturale che rivoluzionò per sempre la nostra percezione della natura e dell’uomo. Al celebre naturalista inglese, in occasione del bicentenario della nascita e dei 150 anni dalla pubblicazione del suo libro “On the origin of species”, è dedicata la splendida mostra “Darwin 1809-2009” in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni fino al prossimo 3 maggio. Da lì proseguirà per Milano (alla Rotonda della Besana dal 4 giugno al 25 ottobre) e quindi per Bari. L’esposizione ricalca quella organizzata dall’American Museum of Natural History di New York, con l’aggiunta di due sezioni, dedicate al darwinismo in Italia e all’origine dell’uomo. E’ un emozionante viaggio attraverso la vita dello scienziato, ricostruita intrecciando documenti storici e scientifici a lettere e taccuini. Fossili, tassidermie e animali vivi, reperti raccolti durante il viaggio, modelli, oggetti personali, foto e ricostruzioni degli ambienti della sua casa nel Kent, arricchiscono i testi esplicativi in italiano e inglese. Stanza dopo stanza incontriamo lo studente svogliato ossessionato dai coleotteri, il giovane timoroso ma anche ansioso di imbarcarsi, l’esploratore ottocentesco che tutto cataloga, il viaggiatore desideroso di tornare in patria dopo un viaggio di cinque anni a bordo del Beagle, lo studioso, il marito e padre amorevole. Emozionante vedere, quasi toccare, in un taccuino del 1837, l’originale del primo schizzo dell’albero della vita: un albero con le lettere A,B,C,D a rappresentare le varie specie e sopra due semplici parole: “Io penso”. Lì è in nuce l’intera teoria dell’evoluzione. Dietro quel foglio di carta si percepisce l’uomo con i suoi dubbi che si traducono in certezze, con i suoi timori che si dissolvono sotto la pressione dell’evidenza scientifica. Il genere umano non è al di fuori e al di sopra della natura, non è la meta finale del processo evolutivo, siamo tutti imparentati e le specie cambiano nel tempo. Idee che stanno alla base di tutta la biologia moderna, ma che allora erano assolutamente visionarie, oltre che rivoluzionarie, considerando la concezione dominante dell’epoca vittoriana e gli strumenti a disposizione per osservare il mondo. Rimane il mistero del principio dell’universo e l’unica possibile risposta di Darwin è l’agnosticismo, la consapevolezza di non sapere. Rimangono le sue parole, un inno alla vita e alla natura: “Vi è qualcosa di grandioso in questa visione della vita in cui si sono evoluti e continuano ad evolversi innumerevoli forme bellissime e meravigliose”.
Per consultare gli scritti di Darwin http://darwin-online.org.uk.
Anna