Desiderio di deserto
Cos’è il deserto, quello dell’immaginario turistico, quello che trova nel Sahara la sua espressione più perfetta e completa?
“Il deserto stesso ha assunto un significato, è stato sovraccaricato di poesia, quando avrebbe dovuto rimanere soprattutto una terra di bellezza, inutile e insostituibile”, scriveva il filosofo Albert Camus. E davvero quando si racconta il deserto gli aggettivi si sprecano: “spettacolare, magico, lunare, primordiale, estremo, assoluto…”. Su riviste e cataloghi si esagera con le iperboli e si cade negli stereotipi, fra i viaggiatori la passione per l’avventura si mescola a mode in stile new age, con il risultato di imprigionare il deserto in luoghi comuni e rappresentazioni edulcorate.
Forse il deserto andrebbe preso semplicemente per ciò che è.
Il deserto è deserto: dall’aggettivo, il nome. Tautologico ma chiaro. Il suo significato deriva dal latino “deserere”, cioè abbandonare, e indica un luogo privo o comunque povero di vita. Se anche nell’oscurità della notte qualche insetto o qualche piccolo mammifero lascia sulla sabbia le impronte del suo passaggio, il vento presto le cancella e il calore del giorno immobilizza il paesaggio in una dimensione minerale senza quasi traccia umana o animale. Forse è per questo che nel deserto, lontano dalla frenesia e dall’affollamento, il viaggiatore ritrova calma e tranquillità.
Il deserto è silenzio, un silenzio interrotto solo dal rumore dei granelli di sabbia spostati dal vento. Qui si è davvero lontani dalla cacofonia del mondo.
Il deserto è essenzialità. La natura è messa a nudo perché priva di vegetazione, non nascosta dal cemento e non ricoperta da orpelli e artifici. E anche noi riscopriamo il piacere del vuoto, della leggerezza, del distacco da quel superfluo che soffoca le nostre vite.
Il deserto è vastità. E’ così smisurato che è impossibile abbracciarlo tutto, anche se si cerca di allargare lo sguardo come fosse il grandangolo di un apparecchio fotografico. I granelli di sabbia sono come tanti minuscoli pixel di un’immagine digitale che ha bisogno della distanza per ricomporsi in un’incredibile fantasia di forme e di sfumature di colori. Nel deserto possiamo finalmente ritrovare la vastità degli spazi e dei larghi orizzonti dove lo sguardo annega.
Il deserto è luce, una luce mai uguale a se stessa. Quella dell’alba che accende le cime delle dune, quella del tramonto che colora la sabbia, quella della notte illuminata dal fuoco del bivacco e dalle infinite stelle che si muovono lungo l’intero arco del cielo. Ma è anche la luce opprimente del giorno che avvicina gli orizzonti e crea lontani miraggi. Un luogo, il deserto, capace di restituire la luce al giorno e il buio alla notte.
Il deserto è immobilità, anche se in realtà il vento cambia costantemente, ma insensibilmente, i connotati del paesaggio. Lo spazio sembra rimanere uguale a se stesso, il tempo trascorre senza lasciare tracce apparenti. Nel deserto più che il desiderio di camminare, si ha voglia di fermarsi a contemplare.
Il deserto è bellezza. Certo, ci sono anche paesaggi monotoni e desolate distese di pietre, ma sono un prezzo da pagare per la sensualità di una duna, le sfumature di colore della sabbia, le forme fantastiche delle rocce.
Il deserto è inutilità, è una terra sterile e ostile. Ma ci è necessario, perché, come scriveva Doris Lessing proprio a proposito dei deserti, “l’uomo ha bisogno di uno spazio vuoto da qualche parte per farvi riposare il suo spirito”.
Spazio, silenzio, vuoto, luce, leggerezza, bellezza… forse un’illusione, ma si sa, nel deserto i miraggi sono reali.
Per approfondire un libro lucido e appassionato: Alain Laurent, Desiderio di deserto.
A.M.
PS: e qui trovi un mio video con bellissime foto dai deser ti del mondo
Pubblicato su il reporter
stefania
…. e molto di più, anche a livello umano !
roberto
“Il deserto è un vero tesoro per chi cerca rifugio dagli uomini e dalle loro cattiverie…….qui trovi soddisfazione, qui trovi morte e tutto ciò che cerchi !!!!”
Così scriveva un vecchio tuareg di cui ho perso memoria!!!
…il deserto è dentro di noi e il nostro cuore lo tiene gelosamente stretto in una morsa d’amore !!!!
susanna
Ciao Anna, come te, anche io ho avuto la fortuna e la passione di viaggiare molto nel Sahara, ho il deserto negli occhi e nel cuore ed è per me il luogo più bello ed affascinante che ci sia e tu, bravissima come sempre a descrivere con le tue belle parole paesaggi e sensazioni.
Roberto
Sei riuscita a “riempire” il deserto attraverso una descrizione completa, poetica e reale; come sempre leggerti è un grande piacere; grazie.
Caterina
Io non credo che esista un deserto uguale per tutti. Il deserto è sempre lo stesso ma per ognuno è un deserto diverso. Un invito a riflettere su quanto si vuole davvero: per sentirsi in pace con se stessi e col mondo… un saluto caterina
Elena
Cara Anna, ti scrivo qui perché Facebook è bloccato in Cina. Complimenti, come sempre, per le tue parole. Ogni volta mi sembra di leggere un pezzo di poesia dedicato al pianeta. Grazie!
Paola
Le tue descrizioni, cara Anna, riescono ogni volta a portarmi “dentro” il luogo raccontato, proprio come se ci fossi anch’io e vivessi la tua emozione.Ti ringrazio
A.M.
E’ vero Stefania, il deserto può anche essere terra d’incontro. C’è chi ancora mantiene vive le ultime culture nomadi. Come ci sono le rotte terribili dei migranti. Ma sono realtà che difficilmente da turisti e viaggiatori avviciniamo.
Sì Caterina, ognuno ha il suo deserto. Scrive Laurent sempre in “Desiderio di deserto”: “a ciascuno il suo deserto e il deserto per tutti, per tutti coloro che lo rispettano, escludendo dunque i barbari che ne devastano le piste…” E forse il deserto per me ora è voglia di evasione da tangenziali, autostrade, ristrutturazioni e burocrazia…
Un abbraccio a tutti voi viaggiatori e sognatori, nomadi e stanziali… anna
elvira
Un viaggio nel deserto, da me provato nel deserto bianco a piedi, ti ridona gioia di vivere