Dire addio
Rileggo un post scritto nel 2010. Oggi gli darei un altro titolo: “Quel che resta” …
Oggi ero al MACRO, dove sono esposte le fotografie del Festival internazionale di fotografia di Roma.Tema principale la foto non come testimonianza del passato ma come previsione e profezia visiva del futuro. Quello che più mi ha colpito, commosso alle lacrime (certo, conta anche il proprio vissuto…) sono però delle immagini che appartengono al passato, che raccontano dello spegnersi di un anziano. Suo figlio, Pillip Toledano, ha raccolto foto e parole in un audiovisivo di una delicatezza e un’intensità rara. Guardatelo, e, se ancora potete farlo, accarezzate vostro padre, abbracciate vostra madre.
“I want to think seriously about what I can accomplish with what is left of my life” scrive questo vecchio con la mano tremamte e i caratteri incerti su un libretto d’appunti…
Ripenso a quanto ho scritto nell’introduzione di “A come Avventura”, un libro per me intimamente legato al ricordo di mia madre e al suo ultimo anno di vita.
«Dire addio e farsi addio / è ciò che tocca», scriveva il poeta boliviano Jaime Saenz in Percorrere questa distanza. Poche, intense parole capaci di racchiudere il comune cammino esistenziale, una “distanza da percorrere” segnata dagli addii, fino a diventarlo essa stessa.
Anna
paola
Commuoversi di prima mattina
Daniela
grazie Anna per la condivisione, molto toccante e molto vera…
roberto
…..e spesso noi non ci accorgiamo di questa fragilità salvo, poi, essere travolti dai rimpianti quando ormai è troppo tardi…grazie Anna !!!
A.M.
mi ha colpito anche il fatto che questo racconto così toccante fosse fra due uomini. In genere siamo noi donne a cui è delegato l’accudimento dei bambini come degli anziani. E spesso agli uomini è difficile, soprattutto alla generazione dei nostri padri, parlare un linguaggio di sentimenti. Ma quando si invecchia si diventa fragili, indifesi come bambini…
anna
Giselle
Dire addio.. Very nice 🙂