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16/06/2015

My-fatherRileggo un post scritto nel 2010. Oggi gli darei un altro titolo: “Quel che resta” …

Oggi ero al MACRO, dove sono esposte le fotografie del Festival internazionale di fotografia di Roma.Tema principale la foto non come testimonianza del passato ma come previsione e profezia visiva del futuro. Quello che più mi ha colpito, commosso alle lacrime (certo, conta anche il proprio vissuto…) sono però delle immagini che appartengono al passato, che raccontano dello spegnersi di un anziano. Suo figlio, Pillip Toledano, ha raccolto foto e parole in un audiovisivo di una delicatezza e un’intensità rara. Guardatelo, e, se ancora potete farlo, accarezzate vostro padre, abbracciate vostra madre.

“I want to think seriously about what I can accomplish with what is left of my life” scrive questo vecchio con la mano tremamte e i caratteri incerti su un libretto d’appunti…

Ripenso a quanto ho scritto nell’introduzione di “A come Avventura”, un libro per me intimamente legato al ricordo di mia madre e al suo ultimo anno di vita.

«Dire addio e farsi addio / è ciò che tocca», scriveva il poeta boliviano Jaime Saenz in Percorrere questa distanza. Poche, intense parole capaci di racchiudere il comune cammino esistenziale, una “distanza da percorrere” segnata dagli addii, fino a diventarlo essa stessa.

Anna

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5 Comments
  1. Rispondi

    paola

    29/09/2010

    Commuoversi di prima mattina

  2. Rispondi

    Daniela

    29/09/2010

    grazie Anna per la condivisione, molto toccante e molto vera…

  3. Rispondi

    roberto

    29/09/2010

    ‎…..e spesso noi non ci accorgiamo di questa fragilità salvo, poi, essere travolti dai rimpianti quando ormai è troppo tardi…grazie Anna !!!

  4. Rispondi

    A.M.

    02/10/2010

    mi ha colpito anche il fatto che questo racconto così toccante fosse fra due uomini. In genere siamo noi donne a cui è delegato l’accudimento dei bambini come degli anziani. E spesso agli uomini è difficile, soprattutto alla generazione dei nostri padri, parlare un linguaggio di sentimenti. Ma quando si invecchia si diventa fragili, indifesi come bambini…
    anna

  5. Rispondi

    Giselle

    09/03/2011

    Dire addio.. Very nice 🙂

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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