Le mie Letture News

Fiera del libro di Torino… Si salverà la Bellezza?

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12/05/2008

Ventunesima edizione del Salone, dedicato quest’anno all’idea di Bellezza. E al Dialogo, come sottolinea Il presidente Picchioni nella sua presentazione sul catalogo. Questo nelle intenzioni. Nella realtà l’atmosfera era cupa, soprattutto a causa della scelta di Israele quale nazione ospite per festeggiare i sessant’anni della sua nascita. Una solidarietà per molti troppo unilaterale, visto che il ‘48 è stato anche l’anno in cui 750 mila palestinesi sono stati costretti a lasciare le loro terre, dando inizio al ‘problema palestinese’, per loro sofferenza e guerra, per il mondo instabilità e soprattutto quel terrorismo da cui hanno tratto giustificazione molti degli attuali conflitti.

E non c’era solo questa cappa pesante, ma anche una sensazione di ‘troppo pieno’ che poi è come dire di vuoto. Amo i libri, ma è un po’ come per i viaggi quando uno torna a casa dal BIT, la Fiera del Turismo, inevitabilmente sovraccarico di cataloghi e carte di vario genere, nonostante i buoni propositi di non contribuire alla deforestazione del globo. Le piccole case editrici che alla Fiera del Libro dovrebbero finalmente trovare una loro visibilità, vengono inghiottite dall’enorme quantità di proposte. Basta leggere i numeri: ogni giorno in Italia sono pubblicati 170 nuovi titoli, 60.000 circa all’anno(!!). Dopo l’uscita i libri rimangono 40 – 60 giorni sugli scaffali delle librerie (sempre che ci arrivino) e poi scompaiono. La metà dei libri pubblicati vende tre copie o anche meno. Nonostante questi numeri, in Italia si legge sempre poco: nel 36,9% dei casi da 1 a 3 libri all’anno, nel 18,3% da 4 a 6. Solo uno su 10 afferma di leggere oltre 12 libri in un anno e ben il 21,7% non ne ha letto neanche uno (25 gen. 08 -Adnkronos).

I libri, questi sconosciuti… Quante storie dietro a quelle copertine, ma come farle arrivare all’utente finale, perché possa scegliere consapevolmente? Non entro in merito alla validità delle proposte, sicuramente ce n’è per tutti i gusti. Il problema è quello di permettere all’utente di incontrarsi con il libro e di non perdersi nel mare magnum delle proposte editoriali. Invece i critici spesso non aiutano, le riviste sono in genere la vetrina degli stessi editori, i programmi televisivi dedicati ai libri sono quasi sempre a ore improponibili… Personalmente sono grata a internet che se toglie un po’ di tempo alla lettura, mi permette però di scovare titoli passati sotto silenzio o di ritrovare libri fuori commercio. Ecco, questo Salone mi è sembrato povero di proposte ‘nuove’, rivolte a un mondo dove la comunicazione cambia, in meglio o in peggio non so, ma cambia. Le proposte, se c’erano, si perdevano anch’esse nell’eccesso di offerta. Forse il settore degli addetti ai lavori offriva spunti nuovi, ma non era aperto al grande pubblico. Ho trovato la riproposizione dei soliti stand che assomigliano a uno dei tanti megastore, con l’unica differenza che la divisione è per case editrici e non per soggetti. Le solite conferenze-incontri-eventi, magari interessanti, ma dove ancora una volta è il grande nome a richiamare il grande pubblico. C’era però uno stand diverso, con erbetta verde (anche se evidentemente sintetica visto il luogo), comode sedie (un salone dedicato alla lettura dovrebbe prevedere dei luoghi in cui sfogliare i libri… ma le panchine erano rarissime, qualche maligno sostiene perché così aumentavano le consumazioni ai bar), cuscini a fiori e ragazze sorridenti (e volontarie).

Era quello del Circolo dei Lettori, in rappresentanza dell’omonimo circolo ospitato dallo splendido Palazzo Graneri della Roccia. Mi ero già ripromessa di andare a vedere questo magico luogo votato alla condivisione della lettura e dei libri, l’ho fatto il giorno seguente e confesso che mi è venuta la tentazione di trasferirmi in quel di Torino…

Ma ritorniamo al nostro Salone.  Da lettrice appassionata e da piccola e poco prolifica scrittrice alla ricerca non di fama ma più semplicemente di visibilità, l’invito agli addetti ai lavori è quello di indicare dei percorsi, di trovare sinergie con le nuove tecnologie, di non rimanere ancorati a modelli non più adeguati a una proposta che si è moltiplicata e inevitabilmente complicata.

E a proposito di quel titolo… “Ci salverà la bellezza”: mi sembra quasi provocatorio in giorni in cui la nostra bell’Italia, la biutiful cauntry, è sulle prime pagine di tutti i quotidiani perché sommersa dall’immondizia. La mia domanda un po’ cinica è “Si salverà la bellezza”?

E per ultimo (non c’entra con la Bellezza, ma, un po’ di humour non guasta mai), la segnalazione di una casa editrice fuori dal comune, “TOILET-racconti brevi e lunghi a secondo del bisogno” www.toilet.it : pubblica racconti espressamente concepiti per l’intimità dell’ambiente bagno, con indicato per ciascuno il tempo previsto di lettura. Mi verrebbe una battutaccia, anche se dopo questo articolo serio forse stona, ma tant’è… : “e se poi i racconti fanno c… , tanto meglio!!”

A.M.

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2 Comments
  1. Rispondi

    Andreina

    18/05/2008

    Diciamo che dal punto di vista grafico e di immagine ha funzionato benissimo, il catalogo con la bella figura che rappresenta la venere di Botticelli è stato uno studio dettagliato dei designer . Nella presentazione si parla di metabolizzare una sfera spirituale dentro di noi equindi arrivare alla conoscenza, è vero inoltre che abbiamo bisogno di capire dove inzia il bene e finisce il male il bello e il brutto. Lasciamo che ognuno interpreti al meglio.

  2. Rispondi

    Andrea Lessona

    18/05/2008

    Cara Anna, grazie per la segnalazione.
    Ho letto il tuo pezzo sulla Fiera e condivido appieno, in particolare il passaggio sulla piccola editoria e i volumi che, (se) arrivano in libreria, poco dopo scompaiono. Ecco perché sono sempre più convinto dell’utilità della rete e di quei siti specializzati nella vendita on line: senza dubbio si perde il bello del contatto umano, delle chiacchiere e delle impressioni con il titolare e/o il commesso. Ma c’è la possibilità, aspettando qualche giorno, di trovare tutto, o quasi. Anche titoli “datati” di anni che Alessandra, la mia cara amica libraia, scriveva come una amanuense sul suo quadernone giallo, e poi ogni lunedì proponeva al distributore di Torino.
    La richiesta non veniva quasi mai esaudita: “fuori commercio, introvabile, sconosciuto…”.
    E allora, dopo una riflessione, una confidenza, una battuta, lasciavo il cuore di Vercelli – dove lei aveva la sua piccola libreria – e tornavo nella mia gompa tibetana.
    Scartabellavo il web e trovavo l’agognato volume. Magari, come mi è capitato, aspettavo anche settimane prima della consegna. Ma poi arrivava. La telefonata del corriere, che non sapeva trovare l’indirizzo, mi regalava l’ebbrezza infantile che oggi vedo negli occhi di mio figlio quando apre il mio regalo. Pochi minuti frenetici e il furgoncino della Dhl passava il vecchio portone ghermito dal tempo e si fermava davanti alla cancellata del cortile, ancora sfregiato dalle mie cadute dietro un pallone in gol. Una firma veloce e su per le scale ad aprire avido il pacco. Sfogliare le pagine del libro, respirarle era il primo grande piacere che precedeva quello ancora più grande della lettura. Tutto d’un fiato. Per poi lasciarlo posare nell’Anima e riprenderlo per leggere e capire ogni volta qualcosa di più.
    Grazie e un abbraccio! Andrea

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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