Fingendosi Avventuriere viaggiano in Sudamerica
Un’interessante post di Barbara Meo Evoli sulle sei di Donnavventura.
Ecco le sue conclusioni. Per l’articolo intero cliccare qui.
Le regole del gioco sono veramente dure: vietato scrivere mail, vietato l’uso del cellulare (è permesso il suo utilizzo solo per 15 minuti al mese e la chiamata viene registrata), vietato ricevere telefonate, vietato l’uso di equipaggiamento personale, vietato fumare, obbligo di scrivere settimanalmente i reportage, di selezionare le immagini e i video. Le Donnavventura devono eseguire esattamente quello che dice il capo spedizione. Lui decide l’abbigliamento che indosseranno, il menù di tutti i pasti, il posto che occuperanno a tavola con giornalisti o ospiti, e in caso di violazione delle regole lui dispone il rimpatrio immediato della partecipante.
Qual è l’idea di una donna avventuriera? Un’avventura è un viaggio in cui non si sa quello che succederà il giorno seguente e in cui non si è sottomessi a regole imposte da un capo. L’avventura non potrà mai essere una finzione televisiva. La finalità del programma dovrebbe essere dimostrare che anche una donna sa superare le difficoltà di una spedizione in posti inospitali. Con tale tipo di programmi la donna rimane un bel oggetto da osservare senza alcuna capacità decisionale, in una gabbia d’oro sotto l’occhio dei media. Questo è il concetto di donna che la società contemporanea dovrebbe tentare di superare. Sfortunatamente questa è l’immagine di donna che compra la Mediaset.
Barbara Meo Evoli