Amor America Racconti di Viaggio

Galapagos: Islas encantadas

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05/09/2014

“L’apparente fuggevolezza e irrealtà della posizione delle isole fu probabilmente una delle ragioni per cui gli spagnoli le chiamarono arcipelago incantato o Encantadas” scrive Melville.E davvero sbarcare su queste isole è come entrare in un incantesimo, sembra il mondo al sesto giorno della creazione, prima della venuta dell’uomo, un regno di liberi animali. Si ha la sensazione di muoversi dentro a un documentario senza essere visti, dal momento che nessuno dei molti animali, protagonisti assoluti, sembra preoccuparsi minimamente della presenza dell’uomo, semplice comparsa. E allora può capitare di….…navigare accompagnati dai delfini che, da grandi attori quali sono, improvvisano numeri incredibili, acrobatici salti fuori dall’acqua e vorticose giravolte nella scia della nave… …tuffarsi in mare e ritrovarsi circondati da otarie che ti piroettano intorno incuriosite, osservare i pinguini nani così goffi sulla terraferma, ma agilissimi in acqua, seguire le evoluzioni lente di una tartaruga di mare, trovarsi faccia a faccia con poco rassicuranti razze e squali.  …osservare nel cielo le sule dalle zampe azzurre che in formazione compatta si tuffano fra le onde in cerca della preda, le fregate che come aquiloni si lasciano portare dal vento, i pellicani quasi addomesticati che ti sfiorano per poi appollaiarsi pigramente sulla barca.  …scoprire di avere un clandestino a bordo, quando un leone marino più curioso degli altri sale sulla panga, la scialuppa d’appoggio, e si sdraia soddisfatto a prua come una polena. …sbarcare fra un fuggi fuggi di grossi granchi colorati su una spiaggia bianchissima di polvere di pomice, o rossa di ferro o verde di olivina o nera di ceneri vulcaniche, dove bisogna muoversi con attenzione per non calpestare le iguane marine, una sorta di inoffensivi mostri arcaici, o le otarie, simili a grossi lumaconi con lo sguardo da cane.  …camminare lungo il sentiero fra le sule intente a covare o le fregate maschio che gonfiano come palloncini le loro sacche golari rosso fuoco cercando di sedurre le femmine o gli albatros impegnati in una danza di corteggiamento. …salire avvolti dalla garùa, una nebbiolina leggera, sulle umide pendici della montagna e imbattersi in tranquille tartarughe di terra, giganti che raggiungono i 250 kg. di peso e cent’anni d’età, intente a pascolare fra i boschi fatati di escalesia da cui pendono spettrali licheni. Le correnti che qui si mescolano provenendo dai quattro punti cardinali, vi hanno portato una flora e una fauna terrestre tipica del caldo dei tropici e una fauna marina adatta al freddo dei poli, mescolando come carte di un mazzo latitudini e longitudini. Ogni isola ha sviluppato una flora e una fauna peculiari e molte specie endemiche non esistono altrove, come le iguane di mare anfibie o i grandi albatros con un’apertura alare di due metri o il cormorano inetto al volo. Le Galàpagos sono un incredibile laboratorio naturale, dove essendo pochi gli elementi mescolati è più facile studiare l’evoluzione: non è un caso che proprio qui Darwin durante il suo viaggio a bordo del Beagle ebbe l’ispirazione e raccolse materiale prezioso per la teoria dell’origine delle specie e dell’evoluzione in base alla selezione naturale. Le Galàpagos, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, sono isole vulcaniche in gran parte brulle e povere di vegetazione e di acqua. L’arcipelago è composto di 107 isole, di cui 13 maggiori, 6 minori e molti isolotti, per un totale di 8000 kmq di terra a 1000 km dall’Ecuador. Nel 1959 il 95% del territorio è stato dichiarato parco nazionale, nel 1986 è stata istituita una riserva marina e dal 1964 è attivo il Centro Darwin, votato allo studio e alla ricolonizzazione delle specie a rischio di estinzione. A causa dell’isolamento dal continente e della lontananza dalle rotte principali le Galàpagos furono scoperte solo nel 1835 e rimasero a lungo disabitate. Solo balenieri e pirati le usavano come rifugio o come approdo per rifornirsi di acqua e di cibo: in particolare le tartarughe giganti erano molto ricercate come fonte di carne perché potevano sopravvivere a lungo sulle navi. Poi è arrivato l’uomo. Tardi, ma è arrivato, insediandosi stabilmente in quattro delle isole e rompendo in poco tempo un equilibrio frutto di migliaia di anni di evoluzione e adattamento. Negli anni 60’ è iniziato il turismo in progressiva crescita fino e con esso l’aumento esponenziale anche dell’immigrazione, dell’urbanizzazione, delle coltivazioni e della pesca, ivi compresa la pesca di frodo, soprattutto alle oloturie, destinate ai mercati dell’Estremo Oriente. Fortunatamente il turismo, pur creando un elemento di disturbo per gli animali, è contingentato e controllato e stante la sua forte connotazione naturalistica, è anche un incentivo per il governo a difendere le isole, non fosse altro che per garantirsi una notevole fonte di reddito. Tuttora sopravvive il 90% della flora e della fauna originaria, ma, non solo casualmente, sono state anche introdotte moltissime altre specie, cani, gatti, capre, maiali, asini e topi, che oggi sono predatori o comunque in concorrenza con la fauna endemica. Alcune specie sono a rischio di sopravvivenza come le tartarughe giganti, che ormai vengono riprodotte e allevate al centro Darwin e poi reintrodotte nel loro habitat: ve ne erano 250.000, oggi sono ridotte a meno di 15.000, appartenenti a 11 delle 14 razze originarie. Lonesome George, il Solitario George, in assoluto la tartaruga più fotografata delle Galàpagos, era l’unico sopravvissuto alle stragi del passato della razza di tartarughe dell’Isola Pinta. Non ha potuto riprodursi per mancanza di una compagna, nonostante gli innumerevoli tentativi fatti dai ricercatori del Centro Darwin per trovargliene una adatta: la sua storia è la testimonianza di come il destino di queste isole, e della terra intera, sia nelle mani dell’uomo.  Buon viaggio a tutti dunque, ma senza dimenticare che le Galàpagos sono Islas Encantadas, dove camminare in punta di piedi per non rompere l’incantesimo.  Anna Testo rivisto tratto dal libro A come Avventura di Anna Maspero PROSSIMA PARTENZA di gruppo con il T.O. KEL12 : ECUADOR / VULCANI, MERCATI E GALAPAGOS – 26 dicembre 2014 / 7 gennaio 2015 con Anna Maspero – Per informazioni contattami o telefonami al 3473676162. Per approfondimenti leggi questi post: George una tartaruga dalla vita avventurosa, Darwin e la bellezza dell’evoluzioneGalapagos10 Galapagos006Galapagos08Galapagos0Galapagos19Galapagos13Galapagos008Galapagos17Galapagos12Galapagos15GalapagosGalapagos00Ecuador001

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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