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George, una tartaruga dalla vita avventurosa

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28/06/2012

Quella di George è una storia avventurosa, soprattutto considerando che è, o meglio era, una tranquilla tartaruga di terra che viveva su un’isoletta disabitata in mezzo all’oceano. Ma soprattutto è una storia paradigmatica della distruzione della biodiversità per mano dell’uomo. George era una testuggine gigante delle Galapagos, le isole che ispirarono a Darwin la teoria dell’evoluzione, ma era speciale, anzi unico, perché era rimasto l’ultimo esemplare sopravvissuto della sottospecie Chelonoidis nigra abingdonii dell’Isla Pinta. Di fatto era la più rara creatura al mondo e per questo gli avevano affibbiato il soprannome di “Solitario George” o “Lonesome George”. E “soltero”, cioè scapolo, è morto pochi giorni fa il 24 giugno, mettendo la pietra tombale su un altro ramo del meraviglioso albero della biodiversità. Pare sia morto di vecchiaia, anche se cento anni per una tartaruga come lui non sono molti. Era stato avvistato nel 1972 solo soletto e anche un poco affamato, visto che le capre introdotte dall’uomo sull’isola si erano in breve moltiplicate distruggendo la vegetazione. Così l’avevano portato sull’Isla di Santa Cruz al Centro di Ricerca Charles Darwin, di cui divenne la star indiscussa e in assoluto la tartaruga più fotografata delle Galapagos. Lo sistemarono in un ampio recinto viziandolo come un re, anzi come un sultano, con un piccolo harem di tartarughe femmina dell’Isla Isabela, appartenenti a una sottospecie simile alla sua. Lui però preferiva le abbuffate di cibo e in breve mise su parecchi chili, così che decisero di metterlo a dieta nella speranza che rivolgesse le sue attenzioni non più alle tenere foglioline d’erba ma all’altro sesso. I ricercatori giunsero a offrire una ricompensa di 10.000 dollari a chi trovava una compagna a lui simile e anche a lui gradita. Infatti negli zoo in giro per il mondo ci sono alcune tartarughe delle Galapagos, un tempo numerosissime sulle isole, ma decimate da pirati e marinai che le stivavano vive nelle navi come riserva di carne fresca. Ve ne erano 250.000, oggi sono ridotte a meno di 15.000, appartenenti a 11 delle 14 sottospecie originarie. Anch’esse sono però a rischio di sopravvivenza, e ormai vengono riprodotte e allevate al centro Darwin per poi essere reintrodotte nel loro habitat.

Visto che George era cresciuto in perfetta solitudine e fino all’età di circa sessant’anni nessuno gli aveva spiegato nulla di come va la vita, nel 1993 Sveva Grigioni, una giovane e bionda biologa svizzera, gli dedicò attenzioni quotidiane nell’ambito di un programma di ricerca, manipolandolo e stimolandolo a dovere per persuaderlo a interessarsi all’altro sesso. In effetti George ci provò (naturalmente con le tartarughe) anche se senza molto entusiasmo, ma le uova deposte si rivelarono sterili. Insomma, a conferma della teoria dell’evoluzione e della selezione naturale, George era di una sottospecie così diversificata che non poteva più riprodursi. Il suo tranquillo e dorato tran tran fu interrotto da un rapimento nel 1995, quando fu sequestrato al grido di “Muerte al solitario George” dai pepineros, i pescatori di oloturie che volevano continuare a depredare indisturbati i fondali delle isole per rifornire i mercati asiatici. Le oloturie, comunemente chiamate cetrioli di mare, nonostante il loro orrido aspetto (sono volgarmente definiti anche stronzi di mare), sono infatti considerate afrodisiache dai cinesi che come sempre non si smentiscono e le servono con un accompagnamento di uova di tartaruga e pinne di pescecane. Fortunatamente George fu riconsegnato sano e salvo e continuò a vivere sereno e inconsapevole delle aspettative nei suoi confronti. Ora pensano di imbalsamarlo perché suo malgrado è diventato un’icona della conservazione, testimone muto di come il destino di queste isole, e della terra intera, sia nelle mani dell’uomo.

Anna

Consiglio di lettura: Henry Nicholls, Lonesome George, “The Life and Loves of a Conservation Icon”.

P.S. Ho incontrato George per ben due volte nei miei viaggi alle Galapagos. Mi piaceva la sua storia e l’avevo eletto mascotte del gruppo NON SONO SINGLE MA DISPARI da me fondato in Facebook. Rimarrà sempre la nostra specialissima mascotte! Ciao vecchio George, il più dispari dei dispari!

Per approfondimenti leggi questi post: Darwin e la bellezza dell’evoluzione.

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3 Comments
  1. Rispondi

    Laura (raya)

    29/06/2012

    brava Anna, come sempre! un dolce addio per George

  2. Rispondi

    laura

    29/06/2012

    Che tristezza, sopratutto dopo averlo conosciuto da vivo.
    Sei stata carina Anna a ricordarlo per tutti noi e a rammentare come stiamo facendo andare le cose sul nostro (??????) pianeta.
    Un abbraccio
    Laura

  3. Rispondi

    Elisa

    02/07/2012

    Oh come mi dispiace! Dobbiamo considerarci veramente fortunati per averlo potuto conoscere e vederlo dal vivo… grazie per averlo ricordato con queste belle parole!

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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