Le mie Letture

Guide di viaggio e scrittori creativi

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30/04/2008

“Finimmo con il fare sesso su uno dei tavoli sul retro”… il ristorante si guadagnò così un ottimo commento non privo di ironia: “una sorpresa piacevole” e “un ottimo servizio al tavolo”… E’ quel che racconta in un’intervista Thomas Kohnstamm, autore Lonely Planet e scrittore di un libro di memorie appena pubblicato, intitolato “Do Travel Writers Go To Hell?” E certo, con il polverone che è seguito alle sue dichiarazioni, il suo libro andrà a ruba.

Tra l’altro il nostro ha aggiunto di aver collaborato a una dozzina di guide L.P. e, nel caso di quella sulla Colombia, di non aver neppure visitato il paese perchè sottopagato. Non basta, per arrotondare lo stipendio, ha accettato benefits in cambio di recensioni positive (contravvenendo la politica della L. P) e spacciato ecstasy.
In realtà lui stesso in un’altra intervista concessa a Frank Bures ha decisamente ridimensionato queste sue affermazioni e ammesso che le frasi che hanno scatenato la polemica sono state utilizzate dai giornali fuori dal loro contesto.
Ora, al di là dell’eccessiva risonanza data dai media e della decontestualizzazione delle frasi incriminate, il fatto suscita alcune riflessioni. Anche positive.
Prima di tutto la serietà della BBC, che detiene il 75% della Lonely Planet e che ha trattato la notizia con la massima trasparenza. Poi la correttezza della casa editrice che ha addirittura dedicato una pagina apposita del suo sito nel famoso “thorntree” al dibattito fra i viaggiatori e i lettori, dopo una doverosa difesa del proprio operato e la garanzia di una completa revisione di quanto scritto dall’autore incriminato.
La L.P. ha dunque scelto la trasparenza, rischiando addirittura di amplificare le critiche, perché è inevitabile che, nonostante lo standard di precisione e aggiornamento, le sue guide sono soggette a errori e a un invecchiamento rapido proprio per la loro ricchezza di informazioni. Sulla pagina sono così fioccati anche attacchi ad altri volumi e si leggono critiche alle attuali guide L.P., che non sarebbero più all’altezza del loro glorioso passato.

Da insider, come viaggiatrice, accompagnatrice e scrittrice di guide, condivido solo in parte questo giudizio. Oggi gli scaffali delle librerie sono invasi da guide sempre più piacevoli alla vista e al tatto, dove l’apparenza va a discapito del contenuto, che dovrebbe invece rimanere l’aspetto più importante per una guida di viaggio. Anche le L.P., come tutte le guide, devono adeguarsi a questo nuovo trend, ma credo siano riuscite a mantenere un buon equilibrio fra apparenza e sostanza. E’ però vero che con l’età’ sono diventate più asciutte, perdendo un po’ del loro mordente, forse anche per ansia di completezza e conseguente impossibilità di dilungarsi su temi meno rilevanti o considerazioni più soggettive, elementi che però ne facevano un vero e impagabile compagno di viaggio. Certamente collane che non pretendono di essere così esaustive, ma sono organizzate per itinerari e con l’accento più sull’approfondimento del paese che sulle informazioni pratiche, possono permettersi maggior libertà e quindi regalare maggior piacere nella lettura (e anche nella scrittura!… evitando che gli autori debbano consolarsi con cameriere compiacenti…)
Per scrivere una guida ci vuole soprattutto passione per il viaggio e amore per il paese scelto (per questo non amo troppo i ‘professionisti delle guide’). Scrivere una guida è faticoso e inevitabilmente si incappa in errori. Anche verificando tutto di persona, le cose cambiano velocemente e i tempi di raccolta dati, scrittura, revisione, stampa, distribuzione portano una guida a essere già ‘vecchia’ prima ancora di essere pubblicata. Ci sono collane migliori o peggiori, guide scritte bene o meno bene, aggiornate più o meno frequentemente. Ma, soprattutto, ci sono guide più o meno adatte a noi e al nostro viaggio: a noi trovare quelle ‘giuste’. La scelta è vastissima.
E poi le guide non possono essere infallibili: sta di nuovo a noi usarle con intelligenza e sopperire a errori e carenze, utilizzando internet e soprattutto chiedendo consigli agli altri viaggiatori e alla gente del posto. E forse anche ritrovando il piacere del viaggio di scoperta. Non pretendiamo però da una guida ciò che non può dare. Per il ‘disvelamento’ dei luoghi servono anche altri strumenti, parole capaci di scavare e di illuminare, la cosiddetta letteratura di viaggio (e non solo di viaggio).
A.M.

PS: Dimenticavo: per quel che riguarda il nostro Thomas Kohnstamm, sono sicura che come scrittore di fiction lo aspetti una brillante carriera…

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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