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05/04/2017

falosocietaCi sono date importanti e il 30 settembre 2016 per me lo è. Quel giorno sono tornata una e dispari, rifacendomi all’azzeccatissima battuta di Churchill secondo cui “le migliori società sono quelle che hanno un numero di soci dispari, la cui somma è inferiore a due”. E un falò liberatorio ha sancito il nuovo inizio.

Melania Mazzucco ha scritto che i luoghi perdono l’anima non solo quando non hanno nessuno che ricordi il loro passato, ma anche quando non hanno nessuno che inventi il loro futuro. In questi anni la mia metà stanziale ha cercato di fare proprio questo, di essere un ponte fra il passato e il futuro della Cascina Chigollo. Più di 25 anni per traghettarla dalla cascina che era (e che ancora è) all’attuale complesso, con un recupero degli edifici internamente ed esternamente, l’adeguamento alle normative e la salvaguardia dell’ambiente senza tradirne, grazie alla collaborazione di mio fratello Silvio, la vocazione agricola e implementando quella di accoglienza, grazie a chi da anni gestisce il ristorante Grillo, nome che ormai  è diventato quello dell’intero complesso.

Dopo un percorso difficile soprattutto in questi ultimi anni, segnato da cartelli con la scritta “senza uscita”, posso di nuovo dire che questa è la mia casa, che qui è dove vivo e dove voglio vivere e che questi sono i sogni che mi appartengono… Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto, ma certo più serena. Già in questi primi tre mesi del 2017 ho affrontato ristrutturazioni impegnative e ora con la primavera sto rimettendo a nuovo il giardino intorno a casa. Amici, arrivederci a presto nella mia CASA ritrovata!

Ora provo a raccontare attraverso le immagini la storia di questi 25 anni.  Clicca QUI per vedere la cascina Chigollo come era e come è oggi…

Anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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