Humillados y Ofendidos
Menzione speciale per César Brie per il suo “Humillados y Ofendidos” alla Nona Edizione del Festival “Human Rights Nights”.
Si è appena conclusa a Bologna la nona edizione di Human Rights Nights – arts and film festival 2009, con due sezioni dedicate a documentari e cortometraggi. Dieci i documentari provenienti da varie parti del mondo, tutti legati ai diritti umani. Tra questi per giudizio unanime della giuria una menzione speciale è andata a “Humillados y Ofendidos”, documentario di César Brie (applaudito ospite del festival), Pablo Brie e Horacio Alvarez. Il video denuncia gli attacchi razzisti nei confronti dei campesinos boliviani il 24 maggio scorso a Sucre. Scrive la giuria: “Il film costituisce, al di là del montaggio affrettato, uno straordinario documento prelevato dal vivo, un brano di realtà colta in flagrante, per dirla con Vertov. Tale documento, inoltre, rivela una condizione socio-antropologica sconosciuta ai più e costringe a riflettere sulla complessità delle circostanze che generano il razzismo e le sue sciagurate conseguenze”.
Ho incontrato César un paio di settimane fa a Como quando presentava la sua splendida Odissea e poi a Milano per un’intervista. Mi ha lasciato la versione originale proprio di questo filmato, che avevo già visto in internet e che chi desidera può visionare in YouTube semplicemente inserendo Humillados y Ofendidos nel box ricerca. Confesso che non ce l’avevo fatta ne allora ne dopo a scriverne. Troppo forte, troppo triste. Volevo negare che cose del genere potessero accadere in un paese che amo e in una città come Sucre, che mi è sempre sembrata la meno conflittuale del paese, capitale a metà e in fondo anche un po’ a mezzo fra le due realtà del paese, Altopiano e Oriente. Il documentario non denuncia l’offesa all’indigeno da parte dell’oligarchia “blancoide” cui da secoli i campesinos boliviani erano abituati. C’è stato un riscatto per loro con l’elezione di Evo Morales, primo presidente indigeno. Ma c’è stata anche una reazione all’interno stesso della popolazione indigena. Ne è nata una forte conflittualità, molto più complessa e forse profonda, della precedente. Un nuovo razzismo ancora più terribile perché fra fratelli. Se la situazione dovesse peggiorare, César, che abita vicino a Sucre e che per questo filmato è stato minacciato, rischia di dover pagare il doloroso prezzo dell’esilio per la seconda volta, dopo aver dovuto lasciare giovanissimo l’Argentina. A lui e al suo coraggio il mio plauso, alla Bolivia tutta, l’augurio di ritrovare pace e fratellanza.
A.M.