I Grandi Viaggiatori di oggi
C’è un’età per andare e una per stare? Con gli anni cambiamo le nostre mete e i modi di viaggiare? O le diversità di stili di viaggio dipendono invece dalla generazione di appartenenza e ce li portiamo dietro nel cammino della vita? Chi sono i grandi viaggiatori di oggi? Sono riflessioni di questi giorni nate da spunti diversi.
Prima una bellissima proiezione video di un amico viaggiatore, un uomo dal fisico asciutto che certo non ne rivela l’età, uno che prende la bici ed esce di casa a Lugano per andare a Pechino. In bici ovviamente.
Poi la mail di un mitico compagno di viaggi, anche lui oltre le settanta primavere, reduce da trentasei giorni di una “lunga passeggiata spagnola” come l’ha definita lui: la “ruta de la plata”, cui, già che c’era, ha aggiunto altre tappe sino a Capo Finisterre. Le sue parole? “L’inizio è stato durotto per i 38 gradi… Le gambe bene, sono saltate alcune unghie ma niente di grave. Tra qualche anno voglio ripetere questa esperienza con altri percorsi. Mai pensare alla carta d’identità!”.
Per ultimo, un bell’incontro in ricordo di Walter Bonatti organizzato dal TCI, dove gli oratori raccontavano che il grande esploratore si licenziò ormai cinquantenne da Epoca perché gli fu chiesto di scrivere reportage meno avventurosi e più adatti al grande pubblico… Bonatti, si sa, non fa testo (non me ne vogliano i miei due amici se sono un poco parziale… ma lui è stato il primo a farmi sognare i viaggi attraverso i mitici inserti di Epoca). Era unico, uno che lasciò la verticalità dell’alpinismo estremo per buttarsi nell’esplorazione delle terre estreme con la stessa lealtà verso la natura che aveva verso la montagna.
Sono pochi quelli della loro generazione che hanno avuto l’opportunità di viaggiare. Quando erano giovani c’era la guerra. E poi il dopoguerra e la ricostruzione. Non era ancora tempo di ferie e di vacanze di massa e i viaggiatori di allora, a parte pochi fortunati, erano quelli dal sud povero al nord che si industrializzava. Molti di quei pochi sono stati o sono dei grandi viaggiatori. “Grandi” oggi per questioni di età, certo, ma anche perché capaci di tracciare nuove vie, di resistere alla fatica, di vincere le sfide, spesso in solitaria e senza grandi mezzi tecnici. Imprese impensabili oggi con quei mezzi. D’altra parte solo un Bonatti può tracciare una nuova via sul Petit Dru lanciando la corda come un lazo per aggrapparsi a uno sperone di roccia, per poi affidarvi la propria vita e uscirne vincitore.
Noi, quelli delle generazioni venute dopo, che abbiamo avuto la fortuna di non vivere direttamente la tragedia di una guerra e che siamo cresciuti durante il boom economico, sembriamo essere meno resistenti. Di noi e dei nuovi viaggiatori dell’epoca di internet alle prossime puntate…
Da leggere o rileggere: Walter Bonatti, “In terre lontane”, B.C. Dalai Editore.
Pubblicato su il reporter – Parole Nomadi