Le mie Letture Pensieri in libertà

Il copyright al tempo di internet

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20/04/2012

Il 23 aprile è stato dichiarato dall’UNESCO “the World Book and Copyright Day”, giornata del Libro e della protezione della proprietà intellettuale delle opere. Argomento spinoso e complesso quello del diritto d’autore e che certo necessita una riflessione, vista la tendenza, volenti o nolenti, non verso il copyright, ma verso il “copyleft”, “l’open source” e “l’open content”, cioè verso una logica di condivisione su basi spesso gratuite.

Il diritto d’autore è nato per difendere l’attribuzione, l’unicità e l’originalità delle opere dell’intelletto, concetti cari all’Occidente moderno, ma non altrettanto importanti nel nostro passato e neppure nelle culture altre, dove la produzione artistica, musicale o letteraria è, o è stata, in genere anonima o collettiva. Ne sono un esempio le gallerie di pitture rupestri disseminate nel Sahara, così come la forza potente e simbolica della statuaria africana o la sua musica così vitale e popolare. Un’arte che non è fine a se stessa, ma che serve a rafforzare l’identità collettiva, sia che abbia scopo rituale o che venga applicata a oggetti d’uso quotidiano o che serva a trasmettere valori. Un’arte che “non ha prezzo” e che ancora possiamo incontrare viaggiando attraverso le culture di paesi dove la logica del mercato non è prevalente. Per noi invece un oggetto o un’opera diventano arte soprattutto attraverso l’attribuzione di un valore, inteso come monetario. E se il denaro è il metro di misura, ciò che è gratuito e condiviso viene inevitabilmente svalutato.

L’arrivo di internet e del digitale ha però scompigliato le carte e per la legislazione è diventato così sempre più difficile garantire i “diritti d’autore”. Internet da semplice strumento di accesso a un’informazione unidirezionale fruita individualmente, è diventato anche uno strumento creativo e di condivisione, sempre più sociale, partecipativo e pluridirezionale. Il consumatore è diventato “prosumer”, cioè utente attivo o meglio, interattivo. Il processo di digitalizzazione ha reso tutto più semplice e immediato: qualsiasi cosa è riproducibile, fruibile su media diversi e difficilmente controllabile (all’inizio fu la musica, ma la digitalizzazione investe ormai ogni campo, dall’immagine alla parola). Nel web 2.0 circolano informazioni e idee senza più sorgente certa, suoni, immagini e parole vengono mescolati, arrangiati e rimixati in un “mash-up” generalizzato. Non parlo di un banale copia-incolla che sarebbe semplice plagio, ma di nuovi prodotti in nuovi contesti ottenuti ricombinando materiale proprio come altrui. Internet sembra così riportare l’autore in una dimensione meno individuale e più collettiva, semplice anello di una catena dove ciascuno prende in prestito da altri pensieri e immagini, tecniche e suggestioni, ricombinandoli e arricchendoli. Nessuno è originale, ma tutti possiamo produrre qualcosa di inedito e personale su cui dobbiamo capire come sia oggi possibile garantire il diritto a un giusto riconoscimento. Benvenuti nel mondo virtuale, o forse meglio in quello reale.

Anna

Pubblicato su il reporter – Parole Nomadi – Originalità

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2 Comments
  1. Rispondi

    Laura (raya)

    21/04/2012

    mi sei piaciuta moltissimo, Anna! precisa, esauriente ed originale. grazie

    • Rispondi

      A.M.

      25/04/2012

      grazie Laura, purtroppo ci metto molto a elaborare per chiarirmi i concetti e rendere chiaro il mio pensiero, poi non ho il tempo di far girare quanto scrivo diffondendo il mio blog. Rimane però un piccolo archivio di pensieri e chissà, forse prima o poi troverò tempo e energie per ridargli forma e farlo viaggiare… un grande grazie come sempre, anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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