Il sale della terra
Il film/documentario di Wim Wenders su Sebastião Salgado è straordinario. C’è tutta la bellezza e la forza tragica delle foto di Salgado, un bianco e nero che non scade mai nel morboso, ma è sempre intriso di delicatezza, di compassione nel senso vero del termine, “soffrire con”. A lui “importava davvero della gente”, come dice Wenders. La sua regia quasi scompare dietro alla grandezza di Salgado che si racconta e racconta il cammino dell’uomo attraverso l’ultimo mezzo secolo, quello che per la mia generazione è stato un tempo di pace solo perché i conflitti e gli eccidi sono avvenuti fra esseri umani “di serie B” in un altrove che non è sotto i nostri occhi. E anche quando erano più vicini a noi, nel cuore d’Europa, ci hanno solo sfiorato, sepolti in fretta in una colpevole indifferenza.
Il film è una cruda denuncia della ferocia dell’uomo: “Siamo animali feroci noi umani, la nostra è una storia di guerre”. Ci lascia in silenzio e sconvolti. Anche Salgado esce distrutto nell’animo dalla testimonianza del genocidio del Ruanda. Poi la terra, la sua terra, e la forza della moglie Léila lo salvano. Il suo ultimo lavoro, Genesi, da cui la straordinaria mostra che a Milano ha chiuso da poco i battenti, è la resurrezione, un atto d’amore per il mondo e la sua diversità, il testamento di quest’uomo che è alla fotografia ciò che Ryszard Kapuściński è alla scrittura. Un gigante.
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Anna
© Sebastião Salgado/Amazonas Images
laura
commento toccante, Anna, profondo come questo magnifico film che ha la forza di sommuovere sentimenti contrastanti, la pietà e la rabbia.
“E’ contro l’indifferenza che bisogna combattere con tutte le proprie forze. E per farlo un’arma esiste: l’educazione. Bisogna praticarla, diffonderla, condividerla, esercitarla sempre e dovunque. Non arrendersi mai.”
(Elie Wiesel, premio Nobel per la pace-1986)
Lore
Hai ragione Anna, Salgado non è solo un bravo fotografo…è un uomo che con le sue foto riesce a sfiorare le corde più intime della coscienza di noi tutti. Io ho sul tavolo quell’enorme catalogo che ho comperato alla mostra di Milano e ogni tanto mi fermo a sfogliarne qualche pagina…perché non si può guardare tutto di seguito… al massimo quattro o cinque pagine alla volta alla volta per cercare di “ascoltare” quello che le foto trasmettono. E’ un grand’uomo non c’è che dire!!!