Il Senso del Viaggio

Into the wild

on
03/12/2010

Recentemente scrivevo in modo piuttosto lapidario: “esploratore: figura ormai estinta in un mondo in cui non sembrano più esistere angoli da scoprire”. Al massimo, pensavo e penso, ci è concesso ripercorrerne le orme, sempre comunque garantiti da nuove tecnologie e maggiori conoscenze.

Una rilettura dei reportage di Walter Bonatti – quelli scritti dagli anni sessanta per il settimanale Epoca e ora riproposti in volume – mi ha spinto a riflettere se ci sia ancora spazio per questo tipo di esplorazioni. Sono trascorsi cinquant’anni, che però segnano un prima e un dopo e le esplorazioni di Bonatti appartengono a quel prima. La maggior parte dei luoghi che racconta sono ora mappati, accessibili, raccontati e fotografati. Le nuove tecnologie ci aiutano a muoverci in sicurezza, togliendo significato a parole come “incognite” e “avventura”.

Ma, sostiene Bonatti, anche se su terreni già percorsi, è possibile avvalersi ancor oggi dei soli mezzi umani e riaprire così enormi spazi all’esplorazione e all’introspezione. Per lui quei problemi che oggi la tecnica facilmente risolve sono la sostanza stessa dell’avventura, fatta non di inutile antagonismo, ma di un confronto alla pari con la natura, armati di determinazione e insieme di consapevolezza dei propri limiti.

Queste doti sono però inevitabilmente assopite nei moderni viaggiatori, pieni di filtri che si frappongono fra loro e la natura, spesso incapaci di solitudine, viziati da una tecnologia che risolve le curiosità a colpi di mouse. E anche la sicurezza gioca la sua parte. Se ieri non era possibile fare altrimenti, muoversi oggi in aree difficili non adeguatamente equipaggiati è colpevole perché mette a rischio la propria vita e quella di altri. Rassegniamoci dunque: per noi esploratori dell’oggi, conoscere sarà sempre riconoscere e la tecnologia, che piaccia o meno, è parte indissolubile del viaggio come della nostra vita.

Rimane però un valore aggiunto del viaggio, quello dell’esperienza diretta. Possiamo non limitarci a guardare il mondo dalla finestra, che si chiami internet o TV, ma aprire una porta. E poi, seguendo le orme di Bonatti e degli esploratori ella sua razza, cercare negli interstizi di questi moderni viaggi, spazi, tempi e modi per coltivare valori semplici e per ricollegarsi alla natura e alle nostre origini.

Per approfondire tutti i libri di Walter Bonatti alla scoperta di mondi verticali e orizzontali.

Anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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