Keep on blogging!
“Quando viaggio mi piace avere qualcosa di interessante da leggere, per questo porto sempre con me il mio diario”. E’ uno dei celebri aforismi di Oscar Wilde. Beh, sono certa che il nostro amatissimo Oscar, se fosse vivo oggi, piuttosto che un diario opterebbe per un blog! Ma partiamo dall’inizio, perché forse non è così scontato il significato di blog, visto che anche chi usa normalmente internet guarda alla blogosfera con un misto di curiosità e diffidenza. Il blog è un diario online e si differenzia da un sito web per la facilità di gestione, l’interattività (i visitatori possono lasciare un commento), la dinamicità (non è preconfezionato e il suo cuore sono i post, interventi piuttosto brevi e frequenti) e la libertà dei contenuti organizzati dal più recente al più al vecchio, proprio come in un diario. Ogni post ha però un link proprio che permette di mantenere un archivio di ciò che è stato pubblicato e di accedervi direttamente in qualsiasi momento, regalandogli una permanenza che altri media non possono offrire. I blog hanno una doppia natura, intima e relazionale: se da un lato, come tutti i diari, sono un dialogo interiore utile per “guardarsi dentro” e per sperimentare il potere salvifico della scrittura, dall’altro diventano momento di “coming out”, inteso come pubblica esposizione dei propri pensieri ed emozioni. Lo scopo? Il desiderio di uscire dall’isolamento, di condivisione e certo anche di riconoscimento sociale.
Molti liquidano i blog come pura esternazione personale di ego frustrati o narcisisti. Ma fra i bloggers non ci sono solo adolescenti in cerca di identità, personaggi autoreferenziali e monomaniacali, giornalisti affermati desiderosi di maggior audience o libertà d’espressione e scrittori falliti (a meno di non inserire Coelho in questa categoria!).
Infinita è la varietà dei blog: personali, di attualità, aziendali, photoblog, video blog (vlog), audioblog, blog tematici e altri che sono un mix di difficile definizione. Tanti quelli sul viaggio, argomento che da sempre ha offerto innumerevoli spunti alla scrittura. Così i nostri diari di viaggio, da racconti personali, utili soprattutto per non dimenticare un’esperienza o più semplicemente per riordinare le foto al ritorno, diventano tramite il blog pubblici e collettivi, a disposizione di una comunità piccola o grande, ma virtualmente planetaria. I blog aiutano a preparare un viaggio attraverso i resoconti di altri, ma soprattutto a raccontarlo in tempo reale e a rielaborare e condividere la propria esperienza al ritorno. Per un viaggiatore il blog è la sua casa, dove incontrare amici vecchi e nuovi in qualsiasi momento, anche quando è in giro per il mondo. Perché il blog è nomade e stanziale, ti fa sentire on the road anche quando il tuo orizzonte è la parete dell’ufficio e viceversa a casa quando sei in viaggio. Digitarne l’indirizzo in un internet cafè di Luang Prabang è come girare le chiavi per aprire la porta di casa…
Essere collegati sempre e ovunque per molti diventa allora un bisogno assoluto che assomiglia sempre più a una dipendenza. Attenti allora a non trasformarsi da viaggiatori digitali a viaggiatori solo virtuali! Il rischio c’è, parola di… travel blogger!
A.M.
Pubblicato su Il Reporter – Parole Nomadi