La lunga marcia
Tino Franza, La lunga marcia, Viaggio sentimentale a Santiago de Compostela – A&B Editrice, 2008, €. 13,00
Caro Tino,
non so se leggerai queste righe perché non mi hai lasciato la tua mail. Ti confesso che quando al festival del viaggio di Roma mi hai avvicinato e mi hai regalato il tuo libro , La Lunga marcia, ho pensato ” e ora dove trovo il tempo di leggere anche questo?”
Già non avevo resistito alla tentazione di acquistare alla Libreria del viaggiatore presente al festival parecchi volumi altrimenti difficili da trovare… Un libro non è tanto o solo un investimento in denaro, è soprattutto un investimento di tempo. E poi i libri non bisognerebbe mai regalarli, bisogna desiderarli, come i viaggi… Lo dico e poi anch’io faccio spesso omaggio del mio A come Avventura alle persone cui tengo, nella speranza di averne un feedback, cosa che non sempre avviene. Nel tuo sguardo avevo letto la fatica per arrivare alla pubblicazione e il sincero desiderio di condividere quelle pagine. Sensazioni e situazioni che mi sono familiari. Così l’indomani, sedendomi sul treno Roma-Milano, ho deciso di leggerlo subito, altrimenti una volta a casa altre urgenze avrebbero preso il sopravvento. E l’ho chiuso sull’ultima riga, proprio quando la voce del capostazione annunciava “Como, stazione di Como, prossima stazione, Chiasso”.
Letto tutto d’un fiato: bravo Tino, ben scritto, in modo semplice e diretto, emozionale quanto basta. Fra una citazione e un riferimento letterario, traspare un profondo amore per la lettura prima ancora che per la scrittura. Un viaggiatore curioso, non un pellegrino particolarmente interessato a Dio (“..non credo che se uno cerca Dio, debba spingersi tanto lontano… Dio è là dove ci si trova, anzi là dove noi lo facciamo entrare..”). Un percorso che in qualche modo disciplina in un itinerario la tentazione al vuoto “errare”, quella “grande Irrequietezza che abbiamo nel sangue”. Il cammino come incontro e come esperienza della terra. Il viaggio come ricerca per riflettere su quei dubbi che esso non può risolvere, ma aiuta comunque a focalizzare. Un sogno, lungamente perseguito, insidiato dal richiamo non meno intenso dell’innamoramento. La meta raggiunta per scoprire, con Hermann Hesse, che non è LA META, ma solo frammenti di serenità. E alla fine rimane la nostalgia. Nostalgia di ciò che è stato e del nuovo viaggio che inizia… Buon cammino Tino, per te e il tuo libro!
A.M.