Amor America Il Senso del Viaggio

La ricetta della felicità

on
20/03/2015

Oggi è la giornata mondiale della felicità e quindi anche l’occasione per riprendere la domanda del titolo di un vecchio film: “Chiedimi se sono felice”. Chiedersi se, nonostante crisi e attentati, problemi grandi e piccoli, acciacchi vari e anni che corrono, essere felici è possibile.

Secondo un tagliente aforisma di Oscar Wilde, due sono le fonti dell’insoddisfazione umana, non ottenere ciò che si desidera e ottenerlo. Ormai lo sappiamo, la felicità non è solo una questione di benessere misurato dal PIL, servono un maggior equilibrio fra necessità e consumi e, forse soprattutto, servono più desideri e sogni e meno cinismo.

Per me la felicità è un’alchimia fra tempo per se (non necessariamente libero, ma creativo) e condivisione, amicizie e amore, natura e cultura, autostima ed empatia. Ma sempre senza perdere il senso dell’umorismo, utilissimo se la dea bendata si fa troppo desiderare…

Ancora una volta viaggiare fa bene, perché viaggiando si capisce che sì, essere felici è possibile. E allora a tutti gli amici e viaggiatori dedico questo mio articolo “La ricetta della felicità”, pubblicato nel nuovo numero del Magazine 2015 di KEL12. Scarica qui il PDF.

Buona giornta a tutti, Anna

TAGS
RELATED POSTS
1 Comment
  1. Rispondi

    laura

    20/03/2015

    La felicità spesso ci raggiunge in silenzio nei momenti più impensati della nostra esistenza. Arriva come un gabbiano spinto dal vento e rimane con noi se non la turbiamo con i nostri pensieri (Romano Battaglia)
    [istruttivo l’articolo sulla Costa Rica!]

LEAVE A COMMENT

ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


I MIEI LIBRI