La sua India
Paola Pedrini, La mia India – Pensieri in viaggio, Polaris 2011, Collana Per le vie del mondo
Pensieri non banali su un paese, l’India, su cui si è scritto tutto e di tutto, ma che, nella sua inconoscibilità profonda e nella sua contradditoria complessità, è ancora capace di regalare nuove scoperte anche a lettori seriali e viaggiatori compulsivi. Paola Pedrini, giornalista e copywriter freelance, viaggia in India, tenendo “aperte le porte, le strade e la mente”. Viaggia con umiltà e curiosità, assetata di incontri ed emozioni. Ma prima di tutto viaggia dentro se stessa in un Oriente che è anche una dimensione interiore.
Paola è un’anima in cammino, vuole conoscere e capire il mondo e se stessa in un continuo gioco di specchi. La sua esperienza di viaggio vuole essere una ricerca di senso. Il libro, un tascabile di un centinaio di pagine scritte a caratteri fitti, è diviso in due parti, India del Nord e India del Sud, quasi fosse una guida di viaggio. Un tour classico al nord, fra Delhi, Varanasi, Khajuraho, Agra, Jaipur, Pushkar, Bikaner, Jaisalmer, Udaipur… e un viaggio più spirituale al sud, toccando vari ashram, da quello di Sai Baba a quello di Aurobindo ad Auroville, dai villaggi gandhiani ai centri studi di filosofia indiana, accompagnata da Josè, suo maestro di yoga e “bapu”, padre spirituale.
“La mia India” non è una guida, ma una lettura consigliata a chi in India c’è stato, a chi vuole andarci e ai tanti che ci tornano, perché questo libro è davvero un piccolo, prezioso compagno di viaggio. L’autrice non cede alle seduzioni di un facile misticismo che trasforma l’Oriente in una specie di supermarket dello spirito. Mantiene uno sguardo onesto, razionale, venato da “sano scetticismo”, ma mai cinico, anzi partecipe e rispettoso. Dal suo racconto traspare amore per il paese, la sua gente e l’umanità intera: l’India le è entrata nel cuore. Scriveva Ferdinand de Lanoye: “Vi sono cento porte per entrare in India, ma nemmeno una per uscirne…”. E davvero è un Paese che gioca brutti scherzi: dopo aver sperimentato l’India, sembra di non poterne più fare a meno e si finisce per tornarci di nuovo e di nuovo. Proprio come Paola che è appena rientrata in Italia dopo molti mesi trascorsi questa volta non in viaggio, ma dedicati a un’intensa esperienza di solidarietà nella comunità di Madre Teresa di Calcutta.
Pubblicato su il reporter