Amor America Le mie Letture

L’eredità degli indigeni americani

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18/12/2016

Jack Weatherford, El legado Indigena, De como los indios de las Americas transformaron el mundo, 2000, trad. spagnola 2014 – Ediciones Cultural (disponibile solo in spagnolo)

Un saggio di grande spessore con la storia vista dal punto di vista degli indigeni d’America. Una lettura che è una presa di coscienza dell’enorme debito mai saldato con quell’America indigena di cui la Bolivia è il Paese simbolo.

Un tentativo di estrema sintesi…:

Non furono solo i metalli preziosi ad arricchire l’Europa, anche l’umile patata si disseminò per il pianeta, eliminando la dipendenza dai cereali dell’Europa. E poi il mais, i fagioli, il peperoncino, il cacao, la vaniglia, oltre a droghe come il tabacco, ma non la cocaina che, pur derivata da una pianta nativa americana, è un’invenzione occidentale. Oltre al contributo alle cucine del mondo, oltre alle materie prime, dai metalli al cacciù e al guano, le popolazioni indigene hanno dato enormi e misconosciuti apporti culturali, medici e agricoli. Insieme agli schiavi deportati dall’Africa furono costretti a estrarre l’oro e l’argento che resero possibile il passaggio dell’Europa da una società mercantile retta dalle vecchie istituzioni aristocratiche a una monetaria e capitalista. L’incontro di Europa e America stimolò una rivoluzione tecnologica dei modi di produzione e diede inizio alla rivoluzione industriale che cambiò la vita tradizionale del mondo intero. Gli stati europei, sempre più affamati di materie prime e di mercati, con la ricchezza accumulata armarono eserciti e colonizzarono il resto del mondo, spartendosi Asia, Africa e Pacifico creando nuovi vasti imperi…

Anna

 

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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