Libri: come sopravvivere all’overdose da eccesso di offerta
Vorrei condividere una riflessione di Raffaele La Capria pubblicata qualche giorno fa sul Corriere e rivolta alla figlia diciottenne di un amico che gli aveva chiesto di farle una lista di libri da leggere. Dopo averle parlato della sua passione per scrittori come Dostoevskij, Proust e Kafka, sottolineando che “la tua identità è ciò che leggi”, aggiunge: “A me allora nessuno scrisse una lista di libri da leggere, perché non ce n’era bisogno, perché i libri ci venivano tra le mani, si proponevano e si imponevano da soli. Tutti, cara Sofia, leggevamo gli stessi libri perché quelli erano i libri da leggere e non altri. (…) Se tu mi chiedessi una lista di libri da leggere tra quelli che oggi continuamente ci vengono proposti dall’ editoria internazionale – e certo tra essi vi sono molti capolavori – io non saprei come soddisfare la tua richiesta. Sono tanti i libri che ci arrivano, sono troppi stavo per dire, e arrivano tutti insieme! (…) Per esempio oggi quando tu entri in una libreria, cara Sofia, è diverso da quando ci entravo io ai miei tempi. Allora mi sembrava di entrare in una casa che mi apparteneva e dove amici-libri mi aspettavano. Oggi invece è come andare in un supermercato, in un non-luogo cioè. Che abbondanza! L’ offerta è esorbitante, superiore ad ogni possibile ricezione. Vedi montagne di libri, piccole catene montuose di libri levarsi dal pavimento, pile di libri, cumuli, ammucchiate, perché gli scaffali non bastano e la quantità esige i suoi spazi. Ci sono i libri veri, quelli da leggere, e tanti altri, una moltitudine, superflui, effimeri, inutili, da non leggere (…)”.
Comperare un libro è un investimento, ma lo è soprattutto leggerlo, un investimento del bene più prezioso, il tempo. Come trovare allora la nostra strada nel mare magnum dell’editoria che sforna 170 nuovi titoli ogni giorno solo in Italia? Le librerie sono sempre più grandi, si moltiplicano multistore sempre più uguali che creano un ulteriore senso di spaesamento, ogni borgo si inventa il proprio Festival della letteratura, coniugandola in tutte le sue possibili varianti. E dentro questo proliferare di libri sono invece scomparsi i “veri” librai, quelli che i libri li leggevano davvero… Se chiediamo un consiglio a un responsabile, costui digita la nostra richiesta sulla tastiera di un PC! Pure non possiamo e non dobbiamo rifugiarci solo nei classici. Forse la sola strada è il passaparola fra “lettori forti”, è dare visibilità in tutti i modi possibili, anche usando quel formidabile strumento che è internet, a quei libri ancora capaci di regalare emozioni ai nostri cuori e di allargare gli orizzonti delle nostre menti, capaci di farci viaggiare dentro e fuori di noi, come amava dire Tiziano Terzani.
A.M.