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Maier: street photography just for herself

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21/11/2015

Non mancate questa bella mostra di Vivian Maier con fotografie scattate fra gli anni 50 e 70 soprattutto in B/N  fra Chicago e NY. Vivian Maier era una nanny, una bambinaia, ma appassionata di  street photography che faceva in modo quasi compulsivo. Autodidatta ma con un occhio straordinario, pensando anche ai mezzi a disposizione, altro che digitale! E’ morta povera e la sua fama è postuma: solo per caso si è scoperto il suo tesoro di 100.000 negativi e 700 rullini non sviluppati. Era estremamente riservata e non “condivideva” i suoi scatti, spesso neppure li sviluppava e li vedeva… Un atteggiamento che non può non farci riflettere, mi chiedo come si comporterebbe oggi quando il mantra è “condivido quindi sono”.  Leggete l’interessante articolo sul magazine online Centoparole  e guardate questo breve video con sue foto o quello sotto in lingua originale in cui si racconta.

Fondazione Forma Meravigli,  Via Meravigli 5 Milano fino al 31 gennaio

Anna

 

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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