Le mie Letture

Medz Yeghern, il Grande Male

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15/01/2013

Paolo Cossi, Medz Yeghern- il Grande Male, Hazard Edizioni 2007
“Il grande Male” è l’espressione con la quale gli armeni nel mondo designano oggi l’epoca dei massacri e delle deportazioni subiti dal loro popolo tra il 1914 e il 1916 da parte del governo e dell’esercito dell’Impero Ottomano.
Cossi nel suo racconto a fumetti rievoca questo primo terribile genocidio del XIX secolo, anticipo di quello del popolo ebreo. Lo strumento del fumetto non sembrerebbe adatto a descrivere una tragedia, invece le tavole di Paolo Cossi, suggestive ed emozionanti, aggiungono pathos al racconto crudo e asciutto, dove l’inquadramento storico (necessario per un dramma dimenticato, rimosso e a lungo negato) si alterna al racconto. Un libro per lettori di tutte le età, ma che può essere uno strumento di conoscenza anche per ragazzi talvolta restii alla lettura di volumi più corposi.
Leggendolo ho provato lo stesso orrore e la stessa emozione di quando leggevo La Masseria delle Allodole, intenso romanzo-verità di Antonia Arslan, cui Paolo Cossi si è intensamente ispirato.
L’autore racconta la storia del terribile massacro attraverso tre differenti spunti storici: la figura di Armin T. Wegner, il soldato tedesco che, a rischio della vita e contravvenendo agli ordini ricevuti, con i suoi reportage fotografici rivelò al mondo lo sterminio e le sevizie dei quali gli armeni erano stati vittime; il tentativo di resistenza armena passato alla storia come “i quaranta giorni del Mussa Dagh”; il processo al sopravvissuto armeno Soghomon Tehlirian che, nel 1921, assassinò per vendetta a Berlino, Mehemet Talat pascià, ministro dell’interno dell’Impero ottomano dal 1913 al 1917, poi Gran Visir (1917- 1918), considerato tra i principali responsabili del genocidio e della deportazione degli armeni. A questi spunti si intreccia la storia di un ragazzo armeno scampato al massacro e della sua amicizia con un giovane turco che lo porta in salvo, regalando al lettore la speranza che l’umanità possa avere la meglio sulla barbarie.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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