Le mie Letture

Nicaragua: la rivoluzione perduta dei poeti

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31/12/2019

A chi vuoi che importi quel che succede in Nicaragua? A me! A me importa”: è il sottotitolo de La rivoluzione perduta dei poeti di Andrea Semplici. Un libro “impubblicabile”, come lo stesso autore mi aveva confessato non molto tempo fa. Poi quel libro è uscito con il logo Polaris, una casa editrice che iniziò nel 1989 pubblicando guide di viaggio di paesi spesso fuori dai circuiti del turismo organizzato. 

Anche La rivoluzione perduta dei poeti è un libro a suo modo fuori dai circuiti, o meglio fuori dai generi letterari: un po’ racconto di viaggio, un po’ saggio, un po’ poesia. Proprio di poesia parla (“Chi è un poeta?”A cosa serve la poesia? A volte è un’arma…”) e di storie di poeti che hanno usato la penna e la pistola. Parla di ‘900 e di rivoluzioni perdute o vinte, ma poi fallite e abortite (“Sandino aveva un sogno e vi giuro non era questo”… “A cosa è servito tutto questo sangue se tutto è uguale a prima?”). E parla di America, America Latina, Centroamerica, parla del Nicaragua e della sua gente. Parla forse soprattutto di una generazione, quella che nelle rivoluzioni ha creduto e che oggi è ormai vecchia e disillusa. Parla dell’autore che in fondo “ha scritto questo libro per sapere qualcosa in più su di sé”.

La rivoluzione perduta dei poeti è un libro carico di nostalgia per un passato che non è stato. O meglio carico di saudade, parola forse traducibile con “quello che rimane”. E quel che rimane è un senso di vuoto (“E allora? Nulla”), è la percezione di una distanza dalla generazione di giovani che inaspettatamente nel 2018 hanno di nuovo riempito le piazze e le strade di Managua e sono stati uccisi a centinaia da un regime figlio della rivoluzione (“forse le rivoluzioni è meglio perderle”).

È un libro che trasuda amore per un paese dove “a furia di dire che qui sono tutti poeti… tutti si sentono autorizzati a sentirsi poeti”, un paese che i suoi poeti ha amato e rispettato. Il Nicaragua ha segnato la vita dell’autore grazie a delle casualidades, delle coincidenze che l’hanno condotto qui e poi l’hanno spinto a tornare (anche se lui non ama la parola “tornare”), dopo che altre coincidenze l’avevano portato, forse suo malgrado, in Africa e a esplorare altri paesi.  Ma forse “las casualidades no existen”.

Consigliato a poeti e nostalgici, viaggiatori e sognatori e naturalmente a tutti coloro che amano l’America Latina.

Per la scheda del libro clicca qui.

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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