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Nonno Rinaldo, la storia continua…

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14/05/2016

Le LaProvincia_20160426webmie ricerche su nonno Rinaldo, emigrato giovanissimo a Lima e diventato costruttore di edifici straordinari, continuano… La Provincia  ha pubblicato un articolo a firma dello studioso Giancarlo Montorfano, su questa affascinante storia di emigrazione, coraggio e grandi doti. E io, chiacchierando con alcuni familiari, ho scoperto nuovi dettagli.

Alfio Maspero, oggi ultranovantenne e solo sopravvissuto della generazione di mio padre, mi ha raccontato che dopo circa un anno a Lima nonno Rinaldo era ritornato in Italia a “cercare rinforzi”, camminando per migliaia di chilometri lungo la massicciata del treno fino a Mendoza, in Argentina, per poi raggiungere Buenos Aires dove le navi per l’Europa erano più frequenti (il canale di Panama ancora non c’era!). Poi, parlando con un cugino, anch’egli nipote di uno dei tre fratelli Maspero, l’Avv. Gino Frassi, ho scoperto che suo nonno Antonio era stato praticamente cooptato da mio nonno Rinaldo nel suo secondo viaggio in Perù. Per convincerlo a seguirlo gli aveva indorato la pillola e solo una volta usciti dal porto di Genova gli raccontò tutta la verità su quello che li aspettava a Lima. La reazione del fratello più giovane (ma molto più grande e grosso di lui, una specie di Ercole) pare sia stata piuttosto irata: mio nonno rischiò di morire strozzato e fu salvato solo dall’intervento provvidenziale di alcuni marinai. Poi, mentre si avvicinavano a Panama, la nave fece naufragio e così arrivarono a Lima senza nulla se non quel che avevano addosso… Storie nostre di ieri, ma le stesse di tanti emigranti di oggi. A Lima costruirono una casa, un terremoto distrusse parte della città, ma non la loro casa, così incominciarono ad avere le prime commesse. Li raggiunse il terzo fratello Guido, che aveva fatto dei corsi a Brera,e fondarono l’Impresa Hermanos Masperi Aquitectos Constructores: Rinaldo la mente, Antonio il braccio, Guido l’artista. Erano imprenditori coraggiosi, scelsero ottimi architetti e vinsero per cinque anni consecutivi il premio per l’edificio più bello costruito a Lima: ho ancora una medaglia che il Municipio gli consegnò nel ’14. Costruirono nell’arco di pochi anni splendide case, utilizzando per primi il cemento armato e collaborando addirittura con Gustave Eiffel.

Ma torniamo a mio nonno… si sposò con Giuseppina Bazzi, canturina e amante della sua Brianza, mio padre Aldo nacque a Lima, poi nel 1915, quando lui aveva appena due anni, la famigliola se venne in viaggio in Italia, ma lo scoppio della prima guerra mondiale impedì loro di tornare in Perù (con grande gioia della nonna e grande rincrescimento del nonno immagino). L’ultimo fratello rimasto in Perù, Antonio, chiuse la ditta perché mancava nonno Rinaldo, che dei tre era quello più intraprendente, così i “Masperi”, che tanto andarono “di moda” a Lima a inizio secolo, sparirono. Mio nonno però continuò la sua attività in Italia e acquistò pezzo a pezzo la cascina Chigollo a Capiago (il Grillo), a quei tempi divisa in tante piccole proprietà e coltivata da mezzadri…

Qualche anno fa durante un viaggio in Perù, fotografie alla mano, avevo percorso le strade di Lima cercando gli edifici da loro costruiti senza però trovarli. Ora, grazie a internet, scopro che molti non solo ci sono ancora, ma ci sono siti web che li descrivono e cercano di preservarli e difenderli. Ho preso contatti con architetti e studiosi di Lima come il Dott. David Pino attivissimo direttore del sito Lima La Unica, il Dott Juan Luis Orrego Penagos, giornalista e docente. Grazie a loro ho aggiornato la galleria fotografica e ora ho l’esatta posizione e le foto attuali degli edifici tuttora esistenti costruiti dagli Hermanos Masperi. Purtroppo alcuni edifici, fra cui il loro grande ufficio di cui ho inserito qui la foto, sono stati demoliti durante il furore edilizio degli anni ’70. Ho scoperto che nella Mansión Eiffel c’è una Galería de Arte con uno spazio culturale dove sono organizzate conferenze,  che il Palais Concert o Casa Barragán è stato un celebre caffè, cinema e luogo di incontro frequentato da intellettuali a inizio secolo e dal 2011 un gruppo di attivisti ha fondato la “Red del Patrimonio Cultural” che ha lanciato anche in rete l’iniziativa “Salvemos el Palais Concert” per creare consapevolezza del valore di questo edificio per la storia del Perù, chiedendo di destinarlo a un centro di arte e cultura come era alle origini.

Piacerebbe anche a me poter in qualche modo riscattare la memoria di quegli anni difficili, eroici e bellissimi di mio nonno a Lima, purtroppo il ricordo va perdendosi generazione dopo generazione, ma grazie alla rete, qualche filo che ancora si può riannodare fra Cantù e il Perù c’è….

Anna

Per conoscere la storia di mio nonno emigrato in Perù leggi anche questo post e quest’altro post.

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2 Comments
  1. Rispondi

    Federico

    15/05/2016

    Ciao zia,
    grazie per questo lavoro di ricerca, sono cose interessantissime. La storia diventa sempre più incredibile ogni volta che esce un aneddoto nuovo. Il tentato soffocamento e il naufragio mi lascian ancor più sorpreso del fatto che sia stata la sorte a portarli a Lima e per certi versi a riportarli a Cantù. Fa strano pensare che se così non fosse stato, forse non saremmo qui a far questa ricerca!

  2. Rispondi

    Anna Maspero

    15/05/2016

    vero Federico, in realtà non saremmo proprio qui, non ci sarebbe il Grillo, non…
    In fondo quel che facciamo è anche un debito di riconoscenza verso il coraggio e la fatica di questo nonno/bisnonno così in gamba, lui sì un vero grande viaggiatore (la nonna un po’ meno…)

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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