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Obiettivo Marocco

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20/02/2010

Obiettivo Marocco in senso non solo figurato ma reale, perché è attraverso l’obiettivo della nostra reflex che abbiamo scelto di osservarlo per fermare attimi di pura magia. E ci siamo “persi a guardare” come diceva Mimmo Jodice, alla ricerca di armonie e dissonanze, luci e ombre, geometrie e volti… Sono bastati pochi giorni per lasciarsi sedurre da un paese che da sempre ha conquistato l’animo dello straniero. Siamo partiti in quindici, armati della nostra attrezzatura, naturalmente digitale ad eccezione di Donata, un’inguaribile nostalgica che scattando con una “vecchia” macchina analogica (ma sono solo passati un pugno di anni da quando tutti la usavamo…) , ci guardava curiosa e sgomenta per i nostri discorsi per lei davvero astrusi. Tre ore di volo, quattro giorni di workshop fotografico nell’accogliente riad Sahara Nour a Marrakech, gestito dai premurosi Francoise e Lucile. E poi Alessandra Bravin ad aprirci le porte della città con la sua guida Polaris, ma soprattutto di persona accompagnandoci per le strette vie della Medina e facendosi entusiasticamente coinvolgere dai nostri lavori. Quel cielo terso che i mesi invernali sanno regalare e giornate piacevolmente calde che solo al calar del sole ci facevano ricordare che anche lì è dicembre e le montagne dell’Atlante sono a pochi chilometri.

Prima un piccolo gruppo a Essaouira, bianca e azzurra, protesa sull’oceano ma con una luce mediterranea, circondata dai bastioni della Skala ma aperta ai venti e al mondo. Poi tutti a Marrakech, tradizionale e turistica, rumorosa e raffinata, luminosa e buia, odorosa di spezie e profumi e appestata dall’odore della concia delle pelli… Un impatto forte, stordente. E la sera fra la folla della piazza Djemaa el-Fna per concedersi la quotidiana replica di uno spettacolo prevedibile ma sempre capace di stupire. Folclore a pagamento? Sì, ma mai come fra le tribù dell’Omo river. Artigianato “made in China”? Anche ma non solo, come d’altronde negli sperduti villaggi laotiani. La medina è tutto un brulicare operoso di chi dipinge, ripara, batte il metallo,  tinge e fila la lana. Soprattutto in Marocco è facile entrare in rapporto con la gente. Una semplice richiesta di informazioni si trasforma presto in un breve dialogo che ti porta ad avere quel contatto umano necessario per rapportarsi con le altre persone… la parola, l’attenzione, il sorriso sono fondamentali. Grazie gente di Marrakech.

A.M.

Guarda il video dei miei scatti a Essaouria

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13 Comments
  1. Rispondi

    Maurizio

    15/12/2009

    Ciao Anna, grazie ancora per quanto hai saputo fare prima, durante ed anche dopo il workshop con questo scritto che sollecita il ricordo.

  2. Rispondi

    roberto

    15/12/2009

    Complimenti Anna! sei parte di quel puzzle di poeti di viaggio che tutti insieme ricompongono un mondo bellissimo; grazie

  3. Rispondi

    stefano giacomazzi

    15/12/2009

    Anna, hai ben descritto la fantastica atmosfera che regnava durante questo intenso incontro. Posti magici, ospitalità, cortesia, interesse. Resterà nel cuore.

  4. Rispondi

    Ivonne

    15/12/2009

    Anna, come si può scrivere altro… Hai descritto benissimo e con la reale poesia e magia che abbiamo vissuto Marrakech.
    Come pure il workshop fantastico.
    Ringrazio tanto Stefano per ciò che ci ha insegnato.
    E grazie a tutti, al magnifico gruppo che si e’ creato
    Ivonne

  5. Rispondi

    Anna Maria

    15/12/2009

    perdersi a guardare… e riuscire a vedere cosa c’è oltre l’orizzonte

  6. Rispondi

    marco Restelli

    15/12/2009

    Anna, tu che sei un’esperta di Marocco (io non ci sono ancora stato) che mi dici di Ouarzazate? E’ vero che lì c’è una comunità di cineasti? Mi piacerebbe andarci, se quella fosse la città del cinema marocchino…
    attendo tuoi saggi consigli, ciao
    Marco/MilleOrienti

  7. Rispondi

    A.M.

    16/12/2009

    Grazie amici delle belle parole.
    Per Marco: ho solo fatto alcuni viaggi in Marocco, ma non ne sono certo esperta. Di Ouarzazate ricordo la bella kasbah de Taourirt, ben restaurata e molto grande e poco lontano la kasbah di Ait Benhaddou. Prova a leggere questo articolo de il reporter http://www.ilreporter.com/storie/uarzazate-hollywood-nel-deserto-del-marocco
    e se hai bisogno di un appoggio a livello di agenzia turistica affidabile, a Marrakech vive Alessandra Bravin, autrice della guida Polaris del Marocco (nel giro di un mese uscirà anche Marrakech) che ha una validissima agenzia, la Cobratours http://www.cobratours-maroc.com/
    ciao a tutti!

  8. Rispondi

    luciano

    16/12/2009

    Dire di trovare in Marrakesh una atmosfera genuina è un po’ un azzardo se non si è in grado di elaborare anche con la introspezione quanto ci si è preparati per la visita.
    Non sei mai lasciato solo non hai la possibilità di essere trasparente però hai una possibilità, quella di trovare quello che cerchi, se cerchi piccole cose. Un angolo un monile un particolare un volto ti possono aiutare nel trovare quello che cerchi. Prima del workshop noi partecipanti avevamo un compitino da svolgere, dovevamo leggere brani di autori diversi, il mio lavoro poi si è svolto proprio su questo, i particolari che ti permettono di trovare le emozioni i sentimenti descritti nelle letture oltre che le prospettive le giuste composizioni cromatiche e architettoniche le sovrapposizioni dei piani e quant’altro serve per fare una foto almeno gradevole.

    Ero seduto nella grande piazza accanto ad un cuoco che anche lui riposava un momento, e dopo i convenevoli di rito instauro un rapporto con lui, mi chiede se è la prima volta in Marocco, se sono sposato se ho figli, se trovo cambiato il Marocco rispetto alla visita di 11 anni fa e così via, anche io chiedo della sua famiglia se ha figli e alla domanda figli estrae il portafoglio e mi mostra la foto dei suoi tre bambini.
    Poi mi guarda e chiede, ma cosa ve ne fate quando siete a casa delle foto di noi Marocchini?? Io ho la foto dei miei figli di mio padre e mi servono per ricordare i miei affetti, ma, indicando i plotoni di esecuzione armati di reflex potentissime appostati sulle terrazze che danno sulla piazza, loro cosa ne fanno?? Educato non mi ha posto direttamente la domanda anche se io in quel momento di macchine fotografiche al collo ne avevo ben due…….
    Una grande lezione di vita e di rispetto perchè io in realtà avevo cercato rifugio in quella panchina e avevo cercato il contatto con quel cuoco per meglio mimetizzarmi e scattare delle foto al cuoco concorrente a 10 metri….. però una cosa la devo dire ho scattato una foto ricordo del mio amico cuoco a ricordo di quel momento, foto inutile perchè solo la demenza senile potrà farmi dimenticare quel momento, e quella domanda….. cosa ve ne fate delle foto di noi MAROCCHINI??
    suerte
    luciano Barnaj

  9. Rispondi

    Davide Caravaggio

    16/12/2009

    Grazie Anna per essere stata d’aiuto alla mia prima avventura africana! hai ben descritto le emozioni che ho percepito in questo viaggio. Essaouria e magica, ti innamori subito di lei. Marrakech è contrasto, movimento,colore,odori…tutto è amplificato! e la gente l’ha ben descritta Stefano Giacomazi con le sue parole.
    Ho avuto il piacere di stare in compagnia e condividere questa esperienza con persone splendide! un grazie anche a Stefano Pensotti, docente del workshop, bella persona e grande fotografo! non lo dico per ruffianare ma ho già conosciuto altri suoi “colleghi” e lui è davvero un Maestro! chi c’era sà cosa voglio dire!!
    Un abbraccio a tutti!
    a presto
    Davide

  10. Rispondi

    roberto

    16/12/2009

    Cara Anna leggere quello che hai scritto mi riporta alla memoria il mio viaggio in Marocco, l’ambiente, gli odori, le spezie, la gente e cosi via. Complimenti perchè trasmettere in poche righe sensazioni così forti non è facile. Se volete vedere qualche mia foto del Marocco sul mio sito è un piacere se poi volete fare qualche commento ancora meglio. saluti a tutti
    (www.iviaggidiroberto.it)

  11. Rispondi

    Mary

    03/03/2010

    Ho vissuto 7 anni in Marocco e lo ritrovo, smagliante e reale, in questo reportage riassuntivo, sì, ma non per questo meno descrittivo e vivido.
    Complimenti

  12. Rispondi

    A.M.

    07/03/2010

    grazie Mary , detto da te con la tua esperienza mi fa immensamente piacere!

  13. Rispondi

    album foto

    23/02/2011

    Magnifiche queste foto il Marocco deve essere davvero una terra unica e molto suggestiva!

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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