Oggi avresti 94 anni…
Oggi avresti 94 anni. E sono nove anni da quando ti ho detto addio. Mi manchi. E ci sei.
Anna
«Dire addio e farsi addio / è ciò che tocca», scriveva il poeta boliviano Jaime Saenz in Percorrere questa distanza. Poche, intense parole capaci di racchiudere il comune cammino esistenziale, una “distanza da percorrere” segnata dagli addii, fino a diventarlo essa stessa. “Addio”, un saluto ormai caduto in disuso, ma diffuso un tempo, quando i nostri emigranti partivano per viaggi spesso di sola andata. Oggi ci si saluta con un “arrivederci”, viatico di un sicuro ritorno dal nostro viaggio.
Dopo tante partenze e tanti arrivederci, per un anno il mio viaggiare è stato un camminare lento nella campagna intorno a casa, lungo una circonferenza ogni giorno un poco più piccola, accompagnando mia madre nel suo “grande viaggio”, osservando, per l’ultima volta insieme, il rinnovarsi della vita e la magia dell’avvicendarsi delle stagioni. Durante questo lungo e prezioso addio, ho viaggiato «dal fuori verso il dentro e dal piccolo verso il grande». Ho riflettuto sulla vita, sulla morte e sul viaggio, che della vita è la metafora, e che, nell’arrivederci, di ogni partenza ci abitua anche a quell’addio che a ogni morte ci tocca.
Dall’introduzione di A come Avventura, ottobre 2006