Pakistan del Nord
Dove gli uomini incontrano le montagne
‘Inshallah’: ‘Se Dio vorrà’. Forse solo dopo aver percorso le strade del nord del Pakistan si può comprendere appieno il significato di questa espressione diffusa in tutto il modo islamico…
Il viaggio nelle alte valli pakistane è infatti spettacolare ma faticoso, con spostamenti in altitudine su piste di montagna impervie e disagevoli e rischi d’improvvise interruzioni per frane che possono costringere a lunghe attese o anche a ritornare sui propri passi.
L’itinerario proposto si snoda nella fascia settentrionale del paese, nel triangolo di terra chiuso fra Kashmir, Cina, Afghanistan e India ed è di prevalente interesse etnografico e naturalistico, perché qui davvero uomini e montagne si incontrano.
Si segue uno dei rami della Via della Seta, l’antica carovaniera percorsa da Marco Polo nel XIII secolo nel suo viaggio verso la corte di Kubla Khan e che ora porta i nomi altrettanto evocativi di Karakoram Highway e Grand Trunk Road.
Ci si muove fra grandiosi ed aspri scenari d’alta montagna, dominati dalle maestose vette delle catene dell’Hindukush, dell’Himalaya e del Karakoram, che contano ben cinque 8000, fra cui il K2 la seconda montagna più alta del mondo, e la maggior estensione di ghiacciai al di fuori dei poli. Si attraversano passi di oltre 4000 metri, pascoli d’alta quota, foreste di cedri, valli terrazzate dove cresce il grano, oasi verdi dove con un paziente lavoro di canalizzazione dell’acqua dei ghiacciai si è riusciti a coltivare orti e frutteti, gole percorse da fiumi vorticosi e attraversate da fragili ponti sospesi.
Ci si ferma in villaggi strappati al loro secolare isolamento solo da pochi anni grazie alla strada carrozzabile che li ha collegati al resto del paese. Vi abitano numerosissime etnie dai tratti somatici mongoli, indiani, arabi e persino europei, spesso mescolati fra loro, così che non è raro trovare persone con gli occhi verdi e i capelli neri o gli occhi scuri e i capelli biondi. Le loro origini sono spesso incerte, frutto di migrazioni e di ripetuti incroci, ma conservano culture ancora integre, come i fieri hunzakut.
Si parlano trecento lingue e dialetti diversi e solo l’8% della popolazione parla urdu, la lingua nazionale. Ciò che li accomuna è la fede in Allah, anche se spesso appartengono a varie sette, da quella sciita, alla sunnita, alla ismailita. Infatti il Pakistan, ‘la terra dei puri’, ha nella religione la ragione stessa della propria esistenza, perché è l’unico stato con quello di Israele creato su basi confessionali : nacque da una dolorosa divisione dall’India per accogliere i musulmani quando venne conquistata l’indipendenza dagli inglesi.
Pure proprio qui, in tre anguste valli montane, nel mezzo dell’immensa distesa di terre devote all’Islam che si estendono dalla Turchia al Kashmir, vivono i Kalash, una popolazione pagana che ama l’ebbrezza del vino e la gioia della danza, che non nasconde le donne dietro ad un velo e pratica riti magici per chiedere la protezione degli dei e degli spiriti che abitano il loro composito Olimpo.
Pur essendo una terra giovane politicamente, il Pakistan ha una storia antichissima, scritta da persiani, greci, unni, arabi e mongoli. Si visiteranno dunque i resti dell’elegante arte greco-buddista di Gandhara nella Valle dello Swat e i raffinati esempi di architettura mogul a Lahore e Peshawar e ci si perderà nei colorati bazar affollati di uomini e poveri di donne.
Nonostante i conflitti etnico-religiosi con l’India, l’escalation atomica del 1998, l’arretratezza di un paese ancora retto da un’ oligarchia feudale, la corruzione, i problemi dei milioni di esuli afgani, la difficile condizione di subordinazione delle donne, il lavoro minorile e il commercio di armi e droga, il Pakistan, anche se può sembrare strano, è un paese gentile ed ospitale, capace di offrire autentiche emozioni e paesaggi indimenticabili. E’ davvero un peccato che in questi ultimi anni, le guerre in Afghanistan, in Kashmir e fra Iran e Iraq, rendendo problematico il passaggio via terra che negli anni ’60 portava molti occidentali dall’Europa in India, abbiano fatto dimenticare a tanti viaggiatori questo splendido paese, rimasto una meta ambita quasi esclusivamente dalle spedizioni alpinistiche.
Di Anna Maspero Da Marcopolo Guida Viaggi N.19 /2001