Parigi 13 novembre : Je suis le Monde
Oggi è il giorno del cordoglio e del silenzio. Ma anche della resistenza, ora e sempre, contro un terrorismo sanguinario che condiziona la quotidianità e mette a rischio la vita di tutti. Se dobbiamo cambiare abitudini, se dobbiamo cambiare modo di viaggiare dentro e fuori dall’Europa lo facciamo e lo faremo, ma non cederemo alla paura, non rinunceremo a quei valori di tolleranza e di rispetto in cui siamo cresciuti. Continueremo a viaggiare il mondo e a essere testimoni di pace, continueremo a credere in “un mondo dove la gente possa vivere in pace“.
Sminuire il pericolo non serve. Sicuramente i fanatici sono una minoranza ma pericolosa e votata al sacrificio. Condizionano e condizioneranno il nostro presente, ma il futuro non gli appartiene. Le risposte della politica devono esserci e devono essere un no forte e chiaro al terrorismo e al fanatismo, senza però offrire loro l’alibi del martirio perché si fa solo il loro gioco sadomasochista. La nostra risposta, la risposta dell’Occidente figlio dell’Illuminismo, deve essere la difesa dei valori che ci appartengono, ma che troppo spesso vengono dati per scontati e nascosti dalla ricerca di un benessere che poi scopriamo essere così fragile.
Anna
Questa testimonianza di una ragazza sopravvissuta alla carneficina ci tocca nel profondo perché la nostra immedesimazione è totale. Forse solo ora riusciamo a capire, noi figli della pace, cosa vuol dire terrorismo e da cosa fuggono i rifugiati.