Partire? Perché sì
Uno degli ultimi post era un elenco di domande sul viaggio, cui ognuno dava le proprie risposte. Qui di seguito alcune delle possibili risposte, mie o rubate ad altri scrittori e viaggiatori, alla domanda che si erano posti Rimbaud e Chatwin: “Cosa ci faccio io qui?” e cioè, “Cosa continuo a cercare altrove che io non possa più facilmente trovare a casa?” o semplicemente “Perché viaggio?”
- Perché è naturale farlo.
- Perché, anche se non è indispensabile, aiuta a vivere.
- Per fuggire dalla routine e prenderci una vacanza da noi stessi.
- Per andare incontro a noi stessi.
- Per capire ciò che siamo (se si è giovani).
- Per sopportare ciò che siamo diventati (quando si è più vecchi).
- Per fregare il tempo.
- Per sentirci vivi.
- Perché il viaggio apre gli occhi e il cuore.
- Per ritrovare lo stupore del bambino.
- Per guardare l’Occidente da lontano.
- Per capire che le nostre verità sono relative.
- Per ascoltare mantra e sutra, anche se non siamo indù o buddhisti.
- Per capire che c’è un sentire comune che appartiene all’uomo in tutte le latitudini.
- Per andare in luoghi diversi, per ritrovare luoghi familiari.
- Per curiosità e per nostalgia.
- Per fuggire nelle solitudini aperte.
- Per fare silenzio.
- Per lasciare il superfluo e ritrovare il gusto delle cose semplici.
- Per restituirci la dimensione del gioco.
- Per ritrovare il piacere dell’incontro e dello scambio, della reciprocità e della solidarietà.
- Per desiderio di avventura, per correre qualche azzardo, gustare le difficoltà e riscoprire lo spirito d’adattamento.
- Per mettere in moto i sensi.
- Per riappassionarci.
- Per emozionarci.
- Per vedere quel che succederà.
- Perché è bello perdersi e poi ritrovarsi.
- Per riorientarci nella vita.
- Per tornare con una qualche risposta nella valigia.
- Perché come le rondini ci piace partire o forse tornare.
- Per trovare “l’isola sconosciuta, quella dove è impossibile sbarcare, che appare e scompare sulla carta della fantasia, ma che sta ben salda nel cuore di ognuno di noi”.
Consiglio di lettura per viaggiare anche da fermi, per trovare risposte ai propri interrogativi: Vanni Beltrami, “Breviario per nomadi”, Biblioteca del Vascello.
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per riempire gli occhi e il cuore di immagini ed emozioni. Antonella
Viaggiare è vivere. Italo
Viaggiare è imparare ed insegnare. Carlo
Viaggiare è sempre un rinnovarsi attraverso condizioni e abitudini diverse, in ambienti differenti per cultura e caratteristiche geografiche.
La vicinanza di persone sconosciute reca sempre sorpresa, spunti di riflessione, modelli di vita da studiare il che significa fare, poi, ritorno con rinnovato entusiasmo e disposti a ripartire appena si svegli in noi il richiamo… Caterina
sono le nostre anime precedenti che ci portano continuamente a riviaggiare…..per ritorvare delle vecchie e nuove emozioni…. Marina
Non so se esiste una verità rivelata o presunta tale sul perché si viaggia, ma io penso che da quando gli uomini hanno inventato le città una parte del nostro DNA ha subito una specie di metamorfosi adattandosi alla stanzialità, mentre la nostra natura è nomade. A conferma di ciò le numerose incisioni e studi paleontologici sui nostri avi che si spostavano di frequente, inseguendo la selvaggina o come gli indios dell’amazzonia spostandosi a seconda del periodo legato alla raccolta di determinati prodotti o sfruttando zone più produttive per la tribù. Credo in sostanza che viaggiamo perchè in alcuni di noi una parte di quel DNA non si è assopito, e ritroviamo la nostra vera origine nel “nomadismo” che si presenta a noi con una serie d’impulsi più o meno leggibili anche nella vita quotidiana. Quando ero piccolo, a 10 anni avevo già percorso tutta la mia città e le campagne limitrofe usando le gambe,la bicicletta…altri miei compagni erano arrivati si e no alla bottega della latteria o alla scuola….per loro quello era il mondo conosciuto ed erano felici (?) per me no, tutto quello che vedevo andava esplorato . Questa è una cosa sulla quale spesso medito e che ancora oggi mi lascia un gran senso di soddisfazione. Paolo
Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato. (Edgar Allan ) George
”Perché partire? Perché sì”. MI GARBA!!!! :-)) Sara
ottima risposta!!! Mi piace e questo basta… Anna
Partire non per andare da una parte all’altra, ma per lasciare (per gli inglesi partire è “to leave”…) una parte di noi a qualcun’altro: partire come partorire… Fabrizio
laura (Raya)
per me viaggiare significa cambiare scenario, ripulire la mente, ritrovarmi in riflessioni nuove e quindi (cercare di) vedere la vita da un’angolazione diversa