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Pietro Gamba, il medico dei campesinos

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06/12/2015

Pietro-GambaNel mio ultimo viaggio in Bolivia lo scorso aprile ho incontrato ad Anzaldo, un villaggio a due ore da Cochabamba, il bergamasco Dottor Pietro Gamba, soprannominato il medico dei campesinos. Lì con la moglie boliviana Margherita ha fondato un Ospedale e Centro Chirurgico per indigenti dove entrambi lavorano da trent’anni. La sua avventura cominciò nel 1975 a soli 23 anni quando decise di lasciare il lavoro di meccanico in Italia per stabilirsi a Challviri, nel Dipartimento di Cochabamba, a 3800 metri, vivendo per due anni con i campesinos e condividendone la quotidianità. Un’epidemia di morbillo che causò la morte di numerosi bambini lo fece decidere a tornare in Italia con la ferma intenzione di diventare medico. Ottenuta la Laurea in Medicina nel 1984 con il massimo dei voti e nel minor tempo possibile, ritornò in Bolivia dove con l’aiuto di amici e benefattori nel 1986 cominciò i lavori di costruzione dell’Ospedale. In poco tempo si edificò una struttura che poteva offrire un primo soccorso alla popolazione della zona, circa 12.000 persone distribuite in 79 comunità situate su un’area di 1.000 chilometri quadrati. Seguirono altri progetti indispensabili, come portare l’elettricità in Anzaldo e nell’Ospedale, iniziativa spinta e realizzata grazie a Pietro. Sul sito della Fondazione  ci sono video, interviste e articoli che raccontano la sua storia. Qui un articolo recente pubblicato su IoDonna. E’ anche possibile acquistare il un libro Il Medico dei Campesinos – La vita e l’opera di Pietro Gamba in Bolivia pubblicato dalla casa editrice ANANKE di Torino.

AcA9x6webHo rivisto Pietro pochi giorni fa qui in Italia, dove è tornato per un paio di settimane come ogni anno. Da questi incontri è nata l’idea di dare il mio piccolo contributo per un progetto in Bolivia, un paese cui ho dedicato tempo e passione, aiutando chi a questo Paese ha dedicato la vita intera. In occasione della ripubblicazione per la Casa Editrice Polaris del mio libro A come Avventura, Saggi sull’Arte di Viaggiare, in formato digitale ho così deciso di destinare l’intero ricavato dell’edizione cartacea (da me acquistata avendo l’editore FBE cessato l’attività) alla Fondazione Pietro Gamba Onlus per il suo Ospedale ad Anzaldo.

Anna

 

P.S. Solo e soltanto per amor di chiarezza: purtroppo accade talvolta che i versamenti di contributi rimangano semplici dichiarazioni d’intenti a scopo autopromozionale. Per evitare dubbi in merito, chi desiderasse acquistare via posta una copia cartacea di A come Avventura verserà 15 euro (naturalmente qualsiasi ulteriore offerta è benvenuta!) direttamente sul Conto Corrente Bancario o bollettino Postale intestati alla Fondazione Pietro Gamba Onlus seguendo le istruzioni sul loro sito  e io spedirò il libro all’indirizzo postale che mi verrà indicato contattandomi tramite il mio blog www.annamaspero.com. Cercherò anche di far conoscere il lavoro di Pietro, di sua moglie e dei medici che collaborano con loro attraverso la nuova edizione della mia Guida Bolivia in pubblicazione nel 2017 che, come sempre, presenterò in giro per l’Italia. Ho inoltre destinato l’intero importo di 1000 euro del mio accompagnamento in qualità di esperto nella spedizione Overland2016 in Bolivia alla Fondazione Pietro Gamba. Nel passato parte degli introiti dei miei libri sono stati destinati alla solidarietà: il progetto Huaro per disabili in Perù con l’Associazione Magie delle Ande, Fiori che Rinascono in Etiopia per bambini vittime di abusi con l’Associazione Il Sole, Bilogo per un Centro Maternità in Burkina Faso con l’Associazione Mehala.

maternità

 

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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