Amor America

Que el sueño era tan grande

on
09/10/2012

La storia ha consegnato al passato la rivoluzione sognata dal Che, ma lui è diventato un’icona, l’icona di una speranza di giustizia. C’è una poesia bellissima dello scrittore boliviano Juan Ignacio Siles “Il sogno era così grande” . Una poesia da leggere oggi, 9 ottobre, a 45 anni di distanza dalla sua morte avvenuta proprio in Bolivia. Di quegli ultimi mesi di guerriglia ci rimane il diario di Ernesto ‘Che’ Guevara, scritto a partire dal 7 novembre del 1966 e fino a due giorni prima di venir fucilato a La Higuera. Il diario termina la sera del 7 ottobre, il giorno prima dell’ultima, fatale imboscata, con parole che non sembrano prevedere la fine vicina: “Si compiono undici mesi dall’inaugurazione della guerriglia , senza complicazioni, bucolicamente…”

“Il Che, icona dell’eterno ribelle per tante giovani generazioni, fu ucciso il 9 ottobre 1967 a La Higuera, uno sperduto villaggio boliviano. La “Ruta del Che”, la strada che passa per i luoghi testimoni della sua morte e degli ultimi combattimenti dei guerriglieri, non è solo per vecchi nostalgici o giovani utopici, ma può sicuramente diventare uno spunto per entrare in contatto con una Bolivia al di fuori dei percorsi più battuti. Prescindendo dalle opinioni individuali e da una valutazione storica degli avvenimenti, quello che il Che sognava estendere l’esperienza cubana all’intero “cono sud” a partire dal paese più povero, la Bolivia, per creare una società più equa. L’eredità di questo tentativo fallito, al di là della scarsa risonanza che ebbe al momento, rimane contraddittoria: oggi il paese è radicalmente antiamericano, ma sempre poco incline a qualsiasi messaggio rivoluzionario. Di quei giorni si conservano solo qualche foto, i racconti degli anziani, la scuola dove il Che fu ucciso, la lavanderia dell’ospedale dove fu esposto il suo corpo e la buca che per trent’anni è stata la tomba sua e degli altri guerriglieri…”

Dalla mia guida: “Bolivia, dove le Ande incontrano l’Amazzonia” Casa Editrice Polaris.

E oggi, 9 ottobre 2012, idealmente dalla Bolivia viaggio verso Cuba…  “CUBA SI'”… sono sicura che qualcuno dei miei amici capisce il significato di queste mie parole…

Anna

Un consiglio di lettura:  Andrea Semplici, In viaggio con Che Guevara. Quando partire, come e perché. Terre di Mezzo Editore 2012

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2 Comments
  1. Rispondi

    Enrico Rossini

    09/10/2009

    Quel sogno non ha mai chiuso le sue ali: dovunque , nel mondo, ci sarà ingiustizia, oppressione, prevaricazione ci sarà una maggioranza di ipocriti insensibili e una minoranza, a volte una sparuta minoranza, di uomini e donne pronti s dire NO e a subirne le conseguenze.
    Un NO vivo e sorridente, un NO che è un SI all’Umanità, un NO “con tutti i colori del mondo” come ha scritto Marcos. Il Che è quel sogno che prende forma, apre le ali e sorvola il mondo ,che diventa azione e spesso si tramuta in un Potere che nega e soffoca il suo stesso seme.

  2. Rispondi

    francesca

    11/10/2012

    E’ come se nel tuo viaggio a Cuba potessi trovare le radici di un albero che è in Bolivia..

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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