Anna Maspero Festival Letteratura di Viaggio-Roma
on
25/09/2009

A Roma, al Festival della Letteratura di Viaggio, fra personaggi famosi e professionisti del settore, penso, tanto per cambiare, “cosa ci faccio io qui?” E qui di seguito ecco la mia risposta…

Qualcuno ha diviso il mondo degli scrittori di viaggio in due: chi scrive per viaggiare e chi viaggia per scrivere. Per i primi, libri, articoli o foto sono soprattutto mezzi per pagarsi le spese dei loro vagabondaggi, impresa in realtà sempre più ardua. I secondi sono giornalisti o narratori che privilegiano la scrittura più che il viaggio, subordinandole la scelta di mete, itinerari e tempi. Soprattutto viaggiatori i primi, soprattutto scrittori i secondi. C’è però anche un’altra categoria, un gruppo in crescita esponenziale che sta cavallo fra il modello amatoriale e quello professionale, quello di chi scrive e viaggia, potremo dire scrive @ viaggia. Nella vita non sono viaggiatori né giornalisti e nessuno li paga per partire. Succede che alcuni di loro, appassionati di scrittura o fotografia, talvolta raggiungano risultati non inferiori ai professionisti del settore. Per loro però era e resta difficile entrare nel gruppo ristretto di chi riesce a pubblicare attraverso i canali tradizionali. Un tempo, in realtà solo pochi anni fa, le occasioni di condivisione del risultato della loro passione erano limitate alla cerchia delle proprie relazioni. Ma, se da una parte il mercato dell’editoria si è ulteriormente ristretto, complice la crisi economica e i costi di distribuzione, dall’altra si sono aperte nuove possibilità grazie a internet. Oggi si scrive e si pubblica moltissimo su blog, riviste e giornali online e si diffondono le informazioni attraverso i social network. Certo è una scrittura più frammentaria, distante e diversa dalla letteratura ufficiale. E il piacere di sfogliare un libro non può essere paragonato allo scorrere delle parole sullo schermo del PC. La rivoluzione di internet sta però cambiando la nostra vita come e forse più dell’invenzione della stampa. I manoscritti erano uno splendido oggetto, ma saremmo quasi tutti analfabeti senza Gutenberg. Internet è uno strumento parallelo e complementare alla stampa, capace di dare nuovo impulso alla diffusione di lettura e scrittura e di combinare memoria del passato, informazioni sul presente in tempo reale e anticipazioni del futuro. L’informatica permette di rendere accessibili tramite digitalizzazione volumi rari o esauriti e di ritrovare libri scomparsi troppo velocemente da un mercato sempre più bulimico. Internet è democratica, chiunque, e non solo in Occidente, può accedervi. E chiunque può essere autore e fruitore, due categorie ormai indistinte, tanto da essere nata la nuova figura del “prosumer” (producer + consumer), sempre meno utente e sempre più parte attiva, o meglio interattiva, in un processo creativo che permette di mescolare e ricombinare generi e media. La comunicazione è in fase di accelerazione ed evoluzione. La memoria è sempre più collettiva e meno individuale. Il mondo è stato viaggiato e raccontato. E lo scrittore può arrendersi davanti a questa evidenza o trincerarsi dietro a una sua supposta unicità e novità, considerando blog e similari semplici fenomeni di esternazione di aspiranti autori frustrati. Chiunque oggi può aprire una pagina web o pubblicare un libro a costi minimi e venderlo online o in formato e-book senza rientrare nei penalizzanti meccanismi della distribuzione. Siamo tutti scrittori? No, certamente, non basta autopubblicare e nemmeno avere il proprio libro esposto per qualche settimana sullo scaffale di una libreria per dirsi tali. Sono i lettori a dare una misura del valore della scrittura. Senza di loro i libri sono semplici oggetti d’arredamento. O carta da macero. La letteratura da sempre è stata condivisione, oggi grazie a internet e al web 2.0, questo processo si è fatto più evidente e rapido e i lettori possono esserne parte attiva. Forse quel che servirebbe è una lezione di umiltà da parte di tutti coloro che amano scrivere: ognuno aggiunge solo una tessera al grande puzzle. Alle parole di Kapuscinski “il mondo ci insegna ad essere umili” potremmo forse aggiungere “e anche internet”.

A.M.

E qui un’intervista a Radio Capodistria in cui parlo di scrittura.

 

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5 Comments
  1. Rispondi

    enrico

    25/09/2009

    Tra chi scrive per viaggiare e chi viaggia per scrivere c’è anche chi viaggia per vivere, per sentire la vita che scorre, per provare sopra la pelle qualcosa che già conosce anche se in modo confuso: l’ebbrezza della scoperta, della rinascita continua dentro e grazie alla scoperta. Dei miei viaggi ho fatto canzoni che racconto agli amici con la chitarra nelle sere d’inverno perchè di quei viaggi ho conservato lo struggimento, lo sguardo sulla strada ancora da fare, sui confini che sono anche confini interiori. Di quei viaggi , solitari, stupiti, raccolti conservo l’emozione di una porta che si apre, ogni giorno , ogni attimo sopra un’altra esperienza e un’altra, e un’altra ancora per conoscere in fin dei conti solo una cosa :me stesso.
    Ciao Anna, anima affine.
    Enrico

  2. Rispondi

    A.M.

    25/09/2009

    Grazie Enrico per le tue belle parole. Mi piace pensare che ognuno è fatto dal luogo da cui proviene e dalle strade che percorre. Per me il viaggio è un pezzo, importante, della mia vita. Forse non sempre lo è per chi viaggia per scrivere, ma certamente è così per tutti quelli che scrivono per viaggiare. Loro vivono per viaggiare, tu viaggi per “vivere”, in fondo è la stessa cosa! E anche tu racconti il viaggio, lo fai tuo e ne conservi il ricordo con la musica e le canzoni che componi. Se ne fossi capace, piacerebbe molto anche a me…

  3. Rispondi

    Samantha

    07/10/2009

    Anna grazie.
    Mi son sentita rappresentata, nei miei primi passi in questo grande mondo multisfaccettato. Qualche “istruzione per l’uso” è molto gradita.
    Samantha.

  4. Rispondi

    Roberto

    27/10/2009

    C come Condivisione, ecco la risposta all’articolo S come Scrittura; mi sembra di leggere nei miei pensieri attraverso i tuoi scritti; il modo con cui descrivi in profondità il rapporto tra viaggio, vita e scrittura è una sintesi perfetta del cammino emozionale di ognuno di noi; non importa il punto di partenza, se il movimento preceda lo scritto, o viceversa, quello che conta è viverli entrambi, come viaggio e ricordo oppure come fantasia e realizzazione; le tue parole emozionano e toccano le “corde” dei sentimenti, linfa vitale per una vita più ricca!
    Roberto

  5. Rispondi

    A.M.

    27/10/2009

    grazie Roberto, per questo commento e per il precedente bellissimo a F come Fotografia. Quello che cerchiamo è proprio la condivisione di idee ed emozioni, senza atteggiarsi nè a scrittori nè a fotografi, ma cercando un rapporto onesto e sincero con chi condivide le nostre passioni e la nostra ricerca.
    Anna

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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