Scrivere il futuro dell’America Latina
Il governo della Bolivia ha adottato per il Parlamento un orologio le cui lancette si muovono in senso antiorario… “Stiamo semplicemente riaffermando la nostra identità, cambiando i nostri schemi mentali, per pensare a partire dal Sud” ha spiegato il Ministro degli Esteri David Choquehuanca, lo stesso che ha trasformato in legge dello stato il concetto di “Vivir Bien” (per cercare di capire cosa sta succedendo in Bolivia vai al mio articolo pubblicato su Erodoto).
Scelta un po’ inquietante che sembra andare nella direzione della cancellazione di cinquecento anni di storia. Impossibile, anche se la Bolivia è un paese a maggioranza indigena, perché, come tutta l’America Latina, è un paese meticcio per storia e per popolazione.
Scrivevo nel mio libro… “Dall’inaudita violenza della Conquista è nata l’America Latina, meticcia come il suo stesso nome sta a significare, capace di coniugare due culture lontanissime mescolandovene una terza, quella degli schiavi strappati all’Africa. Un continente dalle mille sfumature di colore, che affonda le proprie radici culturali in ben tre continenti”.
Forse la frase più tragica e vera che dovrebbe essere il punto di partenza per costruire il futuro di tutti i popoli dell’America Latina, è quella scritta su una lapide posta sulle rovine di Tlatelolco, la roccaforte finale degli Aztechi contro Cortés: “Non si trattò né di un trionfo né di una sconfitta, ma della dolorosa nascita di quel paese meticcio che è il Messico d’oggi”.”
Anna