Sognando il Nepal. Un viaggio verso la luce
Cara Martina,
nella tranquillità delle montagne, guardando il massiccio del Monte Bianco dalla mia finestra, ho finalmente preso in mano la copia del tuo libro che mi avevi lasciato circa un mese fa. E anch’io, come Eddi, il protagonista del tuo racconto, ho incominciato a sognare il Nepal, rivedendo con gli occhi della mente un paese di cui ho bellissimi ricordi.
Quanto hai scritto aveva uno scopo preciso, era parte del “pacchetto viaggio” di un incentive commissionato alla tua agenzia per il Vip Club di una famosa multinazionale. Ma tu sei riuscita a liberarti dalle costrizioni e a trasformare non solo il programma del viaggio in un bellissimo racconto, ma il viaggio stesso in un passaggio, un percorso di consapevolezza per ritornare a casa diversi e capaci di una nuova visione delle cose. Proprio il regalo più bello che un viaggio può fare.
Bella l’idea creativa che sottende il tuo lavoro: l’offerta simbolica delle bandiere di preghiera, il logo rappresentato dagli occhi del Buddha che perde il colore… e poi lo ritrova con un gesto creativo. Difficile raccontare il tuo libro, o meglio la tua idea di viaggio. E’ un percorso che porta il viaggiatore prima a prepararsi alla partenza, poi a spogliarsi giorno dopo giorno della propria consueta visione a colori per ritrovare l’essenzialità del bianco e nero. Ogni giorno una bandiera viene offerta all’elemento che rappresenta attraverso la simbologia del colore, così il mantra che vi è trascritto si disperderà nell’aria, nell’acqua, nel fuoco, nella terra e nello spazio….
Perché non trasformare questa tua idea in un libro non riservato a pochi, ma scritto per i tanti che sicuramente ne rimarrebbero affascinati? Perché non ti regali una vacanza in Nepal e non torni con il tuo nuovo libro nello zaino? I presupposti ci sono tutti. Manca solo il tuo percorso, questa volta non mentale ma reale, toccando con mano la bellezza, la spiritualità e la ricchezza di questo paese ancora capace di grandi seduzioni.
A.M.