Le mie Letture

Speranze inestirpabili

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14/11/2010

Le rivolte inestirpabili – di Erri De Luca (testo) e Danilo De Marco (foto)
Forum edizioni 2010, €.14,50
Erri De Luca e Danilo De Marco. Loro due, figli di una generazione che ha imparato la geografia per vie politiche, quando punti remoti come il Vietnam o l’Angola diventavano centrali. Loro due, un napoletano e un friulano incontratisi nella Sarajevo ancora segnata dalla guerra fratricida. Loro due, nati nel nord del mondo e ormai non più giovani, ma che continuano a fare il tifo per il sud. Loro due incrociano in questo libro le parole dell’uno e le foto dell’altro, per raccontare in diciassette testi e in cento immagini la gente che vive e resiste nei luoghi più diversi del terzo e quarto mondo. Un mondo di vinti che vinti non sono perché hanno la speranza, quella profonda  che noi abbiamo perso, quella stessa speranza irrinunciabile e inestirpabile che ancora non molto tempo fa dava ai nostri emigranti la forza di partire.

Danilo De Marco, un fotografo che non è “inviato” da nessuno, che viaggia con il solo biglietto di andata, che si perde fra la gente, fa amicizia e riporta indietro foto che non sono immagini ma che sono già storie. Storie che nelle parole di De Luca diventano epopee.
Un libro in bianco e nero. Foto in bianco e nero che vengono da lontano e ti guardano dritto negli occhi. Parole nere incise sul foglio bianco che vengono da dentro, ti scavano le orecchie e ti entrano dritte in testa.
Un libro scritto quasi come risarcimento “dei gridi, mancati o strozzati o buttati fuori con forza ma da nessuno uditi”. Un libro che non parla di viaggio ma di periferie del mondo, “ammesso che questo nostro budellino tiepido di Occidente sia centro di qualcosa”.
Alla fine un intero capitolo è però dedicato proprio al viaggio, perché, scrive Erri De Luca, “è tempo di viaggiare”, anche se lui umilmente si definisce un “non viaggiatore” pur amando camminare la terra per abbracciarla con lo sguardo dall’alto delle montagne. Un libro che in realtà fa sentire noi lettori e appassionati di viaggio, dei non-fotografi e dei non-viaggiatori.
Anna

Pubblicato su il reporter

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2 Comments
  1. Rispondi

    laura (Raya)

    28/11/2010

    Tutte le situazioni fondamentali della vita sono irrevocabili. Perchè l’uomo diventi uomo, deve superare quell’irrevocabilità in piena coscienza.Non può barare. Non può far finta di non vederla. L’uomo moderno bara. Cerca di aggirare tutti gli ostacoli e passare gratis dalla vita alla morte. (M.Kundera)

  2. Rispondi

    laura (Raya)

    12/01/2011

    La fotografia è un prodigioso sforzo della memoria. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quello che uno ha capito nella testa. Terzani

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ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


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