Tempo per leggere
Una settimana per godermi sul Mar Rosso un ultimo scampolo d’estate. Una pausa di riflessione per staccare da un periodo un po’ troppo intenso per impegni, progetti, lavori e ritrovare il tempo della lettura. Volo last minute, per una vacanza va benissimo, certo meno per un viaggio. Ma il mio scopo questa volta era staccare la spina: 15 kg di bagaglio, presto fatto, 10 libri (uno al giorno e tre di riserva…), maschera e pinne. Vi racconterò delle mie letture un po’ per volta attraverso questi post. Ma di un libro soprattutto mi urge scrivere. Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini, di Fabrizio Gatti. Ci sono dei libri che sono più veri di un viaggio reale, libri da cui torni cambiata. Bilal è uno di questi pochissimi capaci di scavarti dentro, farti guardare con altri occhi a te, al tuo mondo e al grande mondo che sta di fuori.
Ho ripensato ai nostri emigrati, a quel nonno emigrato in Perù e poi tornato in Brianza, che ha avuto il tempo di tenermi fra le sue braccia, ma che io non ho avuto il tempo di conoscere. Amo raccontare che lui mi ha lasciato in eredità le due cose più belle, lo spirito d’Avventura e l’amore per la mia terra. Oggi mi rendo conto che mi ha lasciato un’eredità ancora più grande, l’orgoglio di essere nipote di uno che ha avuto coraggio e che ha giocato la sua mano di carte emigrando e regalando così alla sua famiglia quel benessere di cui, senza merito alcuno, ho potuto godere. Mi ha regalato il rispetto per tutti coloro che, oggi come ieri, per necessità o per inseguire il loro sogno di una vita più dignitosa, scelgono la stessa strada.
Appena riesco scriverò una recensione più accurata del libro, per ora un solo consiglio, correte ad acquistarlo e poi viaggiate con lui. Scoprirete un mondo che in gran parte ignoravate, eppure è la stessa Africa che ci fa ammalare di nostalgia, sono le piste di quel deserto che tanto diciamo di amare, è quel mare nostrum delle nostre vacanze vicino a casa. E tornerete diversi. Come da un vero viaggio.
A.M.