Terrorismo: Kapuściński versus Fallaci
26 luglio Saint-Etienne-du Rouvray
Rileggo due frasi sul terrorismo di matrice islamica scritte da due giornalisti nel secolo scorso. La prima l’ha scritta Ryszard Kapuściński in Nel turbine della storia: Riflessioni sul XXI secolo e (purtroppo) era più adatta al XX secolo. L’altra è di Oriana Fallaci. Alla fine difficile non dare ragione a lei.
“Intorno all’islam è in atto un grande gioco politico: quello dei media che cercano di creare nell’inconscio dello spettatore di massa un’associazione tra islam e terrorismo. Si tratta di uno stratagemma puramente politico: in realtà, i movimenti terroristici non costituiscono che una minima parte dell’islam. Per quanto spettacolari possano essere, non dobbiamo scordarci che il principale bersaglio dei cosiddetti fondamentalisti sono soprattutto i governi arabi. Sono loro, a essere veramente minacciati. Si tratta di un conflitto interno all’islam che, per sua natura è una religione estremamente mite, fatta di umiltà, di preghiera, di elemosine e di fatalismo. Ecco perché non è corretto parlare di uno scontro fra l’islam e il mondo occidentale“. (Ryszard Kapuściński)
“Se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po’ più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto.” (Oriana Fallaci)
Oggi dobbiamo soprattutto capire come difenderci senza entrare in una spirale di intolleranza e violenza, consapevoli che non vogliamo vivere prigionieri come in un bunker e che quindi con l’insicurezza dovremo fare i conti quotidianamente.
Anna
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