Trenta… (e lode)
Nella nostra società spettacolo e sempre più “social” il proverbio secondo cui “chi si loda s’imbroda” non funziona più. Essere bravi non basta, bisogna comunicare e comunicarlo. Allora, parliamone.
A un rapido conteggio sono oltre trenta le presentazioni de “Il Mondo nelle Mani” fatte in giro per l’Italia. E al TRENTA ci aggiungo anche la lode, visto che sono io a tessere la mia tela giorno per giorno con pazienza di ragno, incastrando gli incontri fra partenze, ritorni e impegni su altri fronti. Senza contare il lavoro per preparare gli audiovisivi, prezioso supporto per dare voce e vita alle pagine de Il Mondo nelle Mani durante le presentazioni.
Fatica tanta e non sono mancati neppure i momenti di sconforto quando il pubblico in sala si contava sulle dita di una mano, ma, anche in quei casi, “the show must go on“: io ho comunque dato il meglio e i presenti se ne sono andati soddisfatti (leggi il post “Alla fine tutto va bene. Se non va bene, non è la fine: insisti”). Ultimamente i libri di cucina vendono meglio, più consolatori suppongo. Il viaggio e la narrativa di viaggio invece soffrono la crisi che ci avvolge e il terrorismo e le guerre che insanguinano il mondo. Anche l’argomento viaggio può sembrare un po’ generico (“ma dove?”… “di cosa mai parlerà?”…), eppure una riflessione in merito dovrebbe venir prima della scelta di qualsiasi destinazione, proprio per non sprecare la grande opportunità che ogni partenza ci offre.
Il bilancio ha comunque il segno più. I risultati ci sono, visto che anche la seconda ristampa del mio libro si sta esaurendo! Mi consola assai vedere un pubblico sempre attento, piacevolmente stupito e spesso entusiasta (leggere per credere). Ci sono anche i recidivi che tornano più di una volta se ne hanno l’occasione 🙂 . Per non parlare poi dei messaggi dei lettori 🙂 🙂 🙂 .
Morale? Un invito rivolto soprattutto alle librerie indipendenti, che di coraggio ne hanno: date fiducia ai “piccoli” autori e alle “piccole” case editrici. Per mantenersi sul mercato è più importante proporre prodotti di nicchia che riproporre ciò che si trova scontato nei magastore. Noi piccoli (autori, editori, librerie) più che competere dobbiamo distinguerci e cercare di mantenere degli spazi di libertà e di cultura con logiche diverse dallo show business. Noi della Polaris lo stiamo facendo da sempre, siamo di nicchia, ma ci siamo e speriamo di continuare ad esserci per molto ancora.
Anna
Lisa Pippo
complimenti!