Le mie Letture

Una birra a Kathmandù – Note di viaggio in Nepal

on
20/06/2016

Massimo Rossi – Una birra a Kathmandù – Note di viaggio in NepalCasa Editrice Polaris 2015

Un libro sul Nepal pubblicato poche settimane prima del devastante terremoto. Scrive Massimo Rossi: “Quanto successo in Nepal ha fatto assumere una veste nuova al mio libro: si trova ora a rappresentare quello che il Nepal ‘era’ poco prima del terremoto stesso, mentre rimangono sicuramente inalterate filosofie e anima di questo Paese, che nel libro ho cercato di rappresentare”.

E’ il reportage di un lungo percorso compiuto nella Valle di Kathmandù, costeggiando la dorsale himalayana e spingendosi sino al Terai ed il Chitwan. Uomini, paesaggi, percorsi, storia, architetture e filosofie del Nepal di oggi, purtroppo ora così profondamente ferito dal terremoto, e del Nepal di ieri in compagnia di Tucci, Bernier, Cartier-Bresson, David-Néel, Le Bon, Levi, Maraini, Toffin e molti altri.

Leggendo Una birra a Kathmandù, il nostro viaggio non solo nasce e cresce nella mente, aprendo il libro si è già in viaggio. Massimo Rossi ci spalanca la porta di un Paese complesso come il Nepal con attenzione, rispetto e ironia. L’autore si muove con grande naturalezza e competenza dentro la storia, la geografia, l’architettura, la religione, la cultura e le tradizioni del Nepal, quasi fosse quello il luogo cui appartiene da sempre. Così come si muove fra i molti e diversi registri del suo libro, lasciandosi catturare da leggende e letture, divagando per poi ritrovare sempre la strada maestra, proprio come dovrebbe fare ogni viaggiatore.

Una birra a Kathmandù è racconto e guida, riflessione personale e selezione accurata di testi di esploratori del passato e di altri viaggiatori, ricerca storica e antologia di leggende, chiacchierata fra amici e descrizione puntuale di luoghi, diario di viaggio e saggio. È un continuo spostamento spazio-temporale fra ieri e oggi, dentro e fuori, vicino e lontano e anche – con frequenti inversioni dei ruoli abituali – fra noi e loro, visitatori e visitati. Sempre evitando, come consiglia Massimo Rossi, di “applicare categorie di pensiero occidentali alla realtà nepalese e sud-asiatica in genere”.

L’autore si documenta su una grande mole di testi italiani e stranieri, come testimonia la vasta bibliografia, studia gli itinerari utilizzando guide di oggi e scritti di ieri, poi si mette in cammino, osserva e ascolta senza pregiudizi né giudizi affrettati, filtrando le impressioni attraverso lo scambio quotidiano con Rijal, la guida nepalese che lo accompagna nel suo viaggio. Grazie alla sua profonda empatia, dialoga e fa dialogare anche i lettori con la gente che incontra lungo il cammino, finti sadhu, venditori, mendicanti, giramondo, hippy nostalgici, antropologi, monaci, pellegrini, turisti, alpinisti, viaggiatori, magri guidatori di tuk-tuk e poi dèi e dèmoni… Raccoglie storie, assorbe sensazioni e fa provvista di emozioni per restituirci quelle parole che diventano le pagine del libro che stringete nelle vostre mani.

Una birra a Kathmandù è ricerca di senso come ogni viaggio vero dovrebbe essere, è un percorso fuori ma anche dentro se stessi. E scrivendo queste ultime parole, dopo un’immersione mentale ma non per questo meno reale nel Nepal attraverso le pagine del libro, mi viene spontaneo unire i palmi delle mani all’altezza del cuore e salutare il lettore con un semplice Namasté, “onoro il divino che è dentro di te”, come si usa in quella terra antica.

Anna

Massimo Rossi ha scelto di devolvere interamente i diritti d’autore del suo libro in solidarietà per i terremotati, cifra cui contribuisce anche la Casa Editrice Polaris con una quota parte.

TAGS
RELATED POSTS

LEAVE A COMMENT

ANNA MASPERO
Como, IT

A come Avventura, B come Bolivia , C come Colombia, M come Mondo… ma anche C come Casa e Cascina Chigollo… Potrebbe essere il titolo del racconto della mia vita di partenze e ritorni. Da mio nonno, soprannominato “Mericàn”, emigrato in Perù e poi ritornato fra le colline della sua Brianza, ho ereditato lo spirito d’avventura e l’amore per la mia terra. Perché di queste due cose sono fatta, un po’ nomade e un po’ stanziale. Andare e ritornare, proprio come le rondini che ancora nidificano sotto i tetti della fattoria del nonno dove vivo…. “Inverno in Egitto, giugno a Parigi. Snobismo delle rondini“, scriveva Paul Morand. Il viaggio è stato per me il primo amore. A quarant’anni ho dato le dimissioni dall’Istituto Sperimentale Linguistico dove insegnavo inglese, preferendo la vita a colori del mondo che è fuori, inseguendo nuove partenze e nuovi ritorni, ma sempre con la passione e la curiosità della prima volta.


I MIEI LIBRI